Nel corso del Consiglio comunale di oggi sono state approvate le modifiche allo statuto del Siena Jazz, un cambiamento che aggiorna l’impianto normativo e il riassetto della composizione degli organi, che dovrà essere ratificata dall’assemblea del Siena Jazz. A seguito di ciò il direttore artistico, nonchè per 40 anni presidente, Franco Caroni ha rassegnato le sue dimissioni. Il testo del suo intervento in cui annuncia il passo indietro.
“Sono venuto da alcuni giorni a conoscenza della stesura di una modifica dello statuto in vigore ad iniziativa del Comune e del Presidente dell’associazione, che non poteva assolutamente non sapere e condividere. Tutto ciò è avvenuto senza alcuna preventiva valutazione e semplice comunicazione sia della necessità di provvedere alla modifica dello statuto che del contenuto delle modifiche con gli altri soci fondatori. L’impostazione del primo testo portato in commissione Affari generali e del secondo testo presentato al Consiglio del 30 giugno , poi ritirato, e ripresentato nel Consiglio comunale di oggi 13 luglio, sembra far emergere una volontà esplicita dell’amministrazione di accentrare ogni decisione in merito alla gestione dell’associazione così come evidenziato dall’emarginazione della figura del direttore artistico e dall’introduzione di norme transitorie di gestione della nomina del Presidente ad esclusivo appannaggio del Sindaco del Comune (almeno così è scritto nel testo).
“Moltissimi amici mi chiedono di non cedere ai contenuti di questo nuovo statuto, considerando questo atto come il desiderio finale di emarginare il mio ruolo da parte dell’amministrazione comunale. Io invece sono dell’opinione che il problema non debba limitarsi alla mia presenza, non si tratta di me e del Comune, di me e del Sindaco; in tutta la mia vita “musicale” sono stato sempre dalla parte dell’Amministrazione comunale quale istituzione faro della città e soggetto fondamentale dell’istituzione e ritengo che il Comune debba essere sempre e convintamente dalla parte del Siena Jazz difendendone anche la sua autonomia. Il vero problema, per la quale invece vale la pena di combattere ed aprire un contraddittorio è la legalità/legittimità di quello che è stato scritto nello statuto e soprattutto il pericolo collegato all’inserimento di modifiche non in linea con quanto obbligatoriamente richiesto dallo Stato per le istituzioni AFAM. Il Ministero, infatti, ritiene indispensabile che il Direttore artistico/didattico sia un organo dell’istituzione per poter concedere e/o permettere di mantenere l’autorizzazione a rilasciare titoli di livello universitario, aventi valore legale, come previsto dai Conservatori di stato in quanto istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale”.
“Degradare il Direttore artistico a semplice strumento è una modifica rischiosa con ogni conseguenza negativa ai fini del mantenimento in capo a Siena Jazz dell’accreditamento istituzionale quale istituzione AFAM. Lo statuto aveva bisogno di alcune modifiche, tra i quali la riunione nella stessa figura del direttore artistico e del direttore didattico, l’inserimento della responsabilità (rappresentanza) legale del Direttore in ordine alle sue competenze, e quindi la sua presenza come organo basilare insieme al Presidente del consiglio d’amministrazione, l’inserimento nello statuto dell’Assetto organizzativo, finora esistente solo come allegato, anch’esso bisognoso di aggiornamenti, ecc. Questa stesura, inaspettata quanto inspiegabile, giunta con le predette modalità e in questi termini, con l’avallo del Presidente in carica che ad oggi non ha mosso rilievo alcuno, mi induce ad ipotizzare di essere diventato persona non più gradita e che, in ogni caso, non gode più della fiducia della maggioranza del consiglio direttivo il cui silenzio/assenso è veramente significativo della loro volontà (spero che non mi si venga a dire che tutto è avvenuto “a loro insaputa”)”.
“Certamente chi ha collaborato con il Comune a elaborare il testo della bozza evidentemente non ha la minima conoscenza, se non per sentito dire, delle leggi, dei decreti e delle circolari che regolano la materia e soprattutto l’entrata e la permanenza di un’istituzione non statale all’interno dell’alta formazione artistica e musicale (AFAM). Con l’approvazione delle clausole inserite nello statuto si mina seriamente il mantenimento dell’accreditamento istituzionale dell’associazione presso l’AFAM. Occorre fare chiarezza e soprattutto avere delle spiegazioni/motivazioni di quanto accaduto soprattutto dal Consiglio direttivo dell’associazione. Inevitabile, dunque, per salvaguardare la mia dignità umana e professionale ed anche per il bene di Siena Jazz dichiaro, di farmi da parte e rassegno le mie dimissioni con effetto immediato dall’associazione, con richiesta urgente di nomina di nuovo direttore artistico al quale effettuare le consegne. Le mie dimissioni servono anche a prendere le distanze dal Siena Jazz che non deve in alcun modo subire le conseguenze negative della volontà del Comune, del Presidente e dei suoi rappresentanti nel consiglio direttivo, di rinnegare la fiducia sulla mia persona. Dopo esserne stato il fondatore ed averla guidata per più di quarant’anni portandola a livelli internazionali, contavo di portare a termine il mio mandato fino alla scadenza naturale del 22 aprile 2022, e mai avrei pensato di chiudere in tal modo, anzi ero certo che la chiusura avrebbe dovuto essere di diversa modalità, semmai con un ringraziamento. Così non si è voluto fare, inspiegabilmente come ho già detto, visto che mi sembrava di avere dei buoni rapporti con il Sindaco, almeno così è stato fino all’ultimo colloquio personale. Cosa è successo dopo e chi è intervenuto non mi è dato di sapere”.
“Lascio Siena Jazz con l’orgoglio di chi ha dato tutto se stesso e aver imparato molto nel farlo. Ricordo fieramente il Mangia d’oro del 2009, i grandi riconoscimenti internazionali ottenuti con la IASJ, l’Associazione mondiale delle Scuole di Jazz, l’aver portato il Jazz nelle contrade fra la meraviglia dei musicisti, dei giornalisti, degli studenti. Momenti bellissimi e indimenticabili. Mi auguro solo che, anche in mia assenza , vengano preservati i livelli internazionali raggiunti, le attività di potenziamento del ruolo guida che Siena Jazz ha avuto finora in Italia nell’alta formazione della musica Jazz ed ancora che non si abbandoni il livello internazionale dei docenti così attentamente curato in questi ultimi anni e soprattutto il proseguo del percorso amministrativo-burocratico per il perfezionamento dell’autorizzazione a rilasciare titoli aventi valore legale per il conseguimento del Diploma accademico di primo e di secondo livello che Siena Jazz perder, se non tornerà indietro nella stesura dello statuto (ogni modifica dello statuto va notificata al Ministero che provvederà a revocare l’accreditamento istituzionale per le modifiche operate in dispregio della specifica normativa del settore). Siena Jazz non merita tutto questo. Fortunatamente l’immagine e la considerazione didattica e artistica internazionale è forte e consolidata e speriamo che non venga danneggiata da questa brutta immagine amministrativo-burocratica. Lascio Siena Jazz come un’istituzione considerata fra le più qualificate del settore in Europa, un’istituzione leader in Italia, considerata e finanziata dal MIBAC non solo tramite il FUS, Fondo Unico per lo Spettacolo, ma inserita dal 2018 nell’elenco delle dieci istituzioni italiane ritenute “Scuole di eccellenza nazionale operanti nell’ambito dell’altissima formazione musicale” (Art. 1 comma 346, L. del 27 dicembre 2017, n.205). In questo riconoscimento Siena Jazz è l’unica istituzione di Musica Jazz presente. Fra le 10 istituzioni di altissima formazione tre sono toscane e due senesi (Siena Jazz, e Accademia Chigiana). Consideravo questo contesto come la base di partenza per tutta una serie di attività che dovessero portare Siena sempre più nel novero delle istituzioni musicali internazionali più vive e propositive. Mi auguro che ciò possa avvenire anche senza la mia persona, perché credo in questa città e non ci trovo nulla di male in questo sentimento.
Un cordiale saluto a tutti”.