“Spero che verrà un giorno in cui si capirà che lo Stato italiano oggi tradiva se stesso e la sua costituzione”. Così il Rettore dell’Università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari in merito al lutto nazionale indetto per la morte di Silvio Berlusconi.
“Credo che la decisione del lutto nazionale sia stata una decisione politica non istituzionale –prosegue Montanari -. Il governo Meloni ha preso una decisione inedita, che non ha precedenti. Per nessun presidente del consiglio c’era stato un lutto nazionale, ma solo per i presidenti della Repubblica, come è giusto che sia. Il presidente della Repubblica rappresenta l’unità nazionale, rappresenta la nazione mentre il presidente del consiglio è il capo dell’esecutivo e rappresenta una parte. Di fronte ad una scelta del genere che riguarda un presidente del consiglio, che poi è decaduto da parlamentare per indennità, per una condanna passata in giudicato per frode fiscale, cosa dovrebbe pensare una persona che si rovina per pagare le tasse fino all’ultimo soldo, vedendo lo stato che onora un condannato per evasione fiscale? Cosa dovrebbe pensare un agente di scorta di un magistrato, di un politico, che rischia la pelle in Sicilia contro la mafia a veder il tricolore che si piega di fronte a chi ha avuto, e lo afferma una sentenza della Cassazione, rapporti diretti con Cosa Nostra? Vedere lo Stato italiano che si piega all’antistato che effetto fa? Io lo so che effetto fa in Europa e nel mondo dalle mail e i messaggi dei colleghi di tutto il mondo che non si danno pace, e mi chiedo come l’Italia non si renda conto di quello che sta facendo. Che cosa dovrebbero pensare le studentesse dell’università passando di fronte alle bandiere a mezz’asta in onore di chi in modo devastante ha ostentato le donne come degli oggetti? Io spero che verrà un giorno in cui si capirà che lo Stato italiano oggi tradiva se stesso e la sua costituzione. Nel momento in cui è stato chiesto a me io non me la sono sentita di dire di sì. Non sono stato capace di dire sì, ho detto che non mi riconoscerei in uno Stato che fa quello che oggi fa. La mia coscienza non me lo permette. Non giudico la coscienza degli altri, chiedo di non giudicare la mia”.
Cosa risponde a chi le ha chiesto le dimissioni dopo la scelta di non issare le bandiere a mezz’asta?
“I politici che chiedono le dimissioni hanno un tratto autoritario che li identifica nella loro tradizione di riferimento, che spesso è quella fascista. Ci sono degli strumenti statutari, se la comunità vuole liberarsi di un rettore ci sono tutti gli strumenti per farlo, mi sembra che questa università si identifichi perfettamente con questa decisione. Un enorme quantità di rettore delle università italiane mi ringraziavano oltre ai miei colleghi. Le elezioni e le dimissioni dei rettori spetta alla comunità accademici, i politici che chiedono le dimissioni dimostrano di non conoscere la costituzione e di avere un tratto autoritario che le identifica nella loro tradizione di riferimento, che spesso è quella fascista”.
Un petizione on line a suo sostegno ha già superato le 100mila firme, cosa ne pensa?
“Non conosco le persone che l’hanno lanciata ma le devo ringraziare siamo a 96 mila firme, vorrei ringraziare non per me ma per un’idea di Italia e di nazione. Non fare abbassare la bandiera del Risorgimento, della Resistenza, di Vittorio Veneto di fronte ad una figura come quella di Berlusconi è un atto di patriottismo. Ringrazio le persone che identificano la patria nei valori della costituzione e non nei lavori del denaro e del potere a cui tutto sarebbe consentito”.
Cristian Lamorte