Mentre il Tesoro maggiore azionista della banca senese ha annunciato di aver iniziato il processo pronto a riconsegnare Monte dei Paschi di Siena al mercato, attraverso la dismissione della partecipazione detenuta, pari al 64% circa del capitale, i piccoli azionisti sono concentrati sulle cause giudiziarie legate a Rocca Salimbeni. E l’attesa è tutta per domani quando il primo grande processo, quello legato ai derivati Alexandria e Santorini, con l’ex presidente Giuseppe Mussari e l’ex dg Antonio Vigni condannati in primo grado e assolti in appello, dovrebbe arrivare a conclusione con la sentenza della cassazione.
“L’interesse domani sarà per la Cassazione che dovrebbe emettere la sentenza per il primo filone – dice Maurizio Montigiani dell’Associazione Buongoverno Mps -, poi il 27 dovrebbe pronunciarsi anche la Corte d’Appello sul filone successivo, quello che riguarda Viola e Profumo. Probabilmente il livello giudiziario sottostante vorrà essere sincrono con quello che deciderà la Cassazione. Ricorso fatto, ricordo, dalla Procura e da Consob dopo che, stranamente agli occhi dei ricorrenti, un secondo appello aveva scagionato Mussari dopo che la pena da 3 anni e mezzo in primo grado era diventata 7 anni.
Le aspettative per i piccoli azionisti sono quelle di vedersi reintegrate le cifre per gli aumenti di capitale fatti non solo in danno degli azionisti che furono invogliati più volte a sottoscrivere nuove azioni, ma anche nel 2016 (questo poi lo vedremo nel terzo filone dell’inchiesta) per il coinvolgimento degli azionisti subordinati, cioè dei risparmiatori che non avevano nè il profilo di rischio, nè la consapevolezza spesso, di investire in titoli che sono poi stati trasformati in azioni ed hanno quindi dovuto subire la contabilizzazione delle perdite e di fatto quasi un azzeramento”.