Monte Paschi: domani la conclusione dell’operazione aumento di capitale, verso intervento dello Stato
L’operazione di salvataggio di Monte dei Paschi pare destinata al fallimento. Se i risparmiatori sono corsi in aiuto alla banca, permettendo alla conversione dei bond subordinati di raggiungere risultati di tutto rispetto, quelli che si sono tirati indietro sono stati i grandi investitori, che hanno disertato l’aumento di capitale. Rocca Salimbeni e’ sempre stata netta: il flop di un solo passaggio determina quello dell’intera operazione. Salvo colpi di scena, quindi, l’intervento dello Stato diventa inevitabile. Il decreto potrebbe arrivare gia’ domani sera. La risposta definitiva la dara’ il cda di Mps convocato per domani.
“Dalle due tranche di conversione dei bond subordinati in azioni, la prima che si e’ chiusa il 2 dicembre e la seconda oggi, sono stati raccolti 1,9 miliardi di euro. Lo comunica in una nota Mps riguardo l’operazione di ricapitalizzazione della banca. “I portatori delle obbligazioni Fresh – viene aggiunto – hanno aderito all’offerta per 510.600.000 euro, per un Corrispettivo aggregato di 118.459.200 euro”. “Per quanto a conoscenza della Banca – scrive ancra Mps -, alla data del presente comunicato stampa non si sono concretizzate manifestazioni di interesse da parte di anchor investor”
Il tassello piu’ debole e’ stato quello dell’aumento di capitale. Per la chiusura dei termini manca ancora una manciata di ore, ma i dati arrivati finora sono indicativi. Il fondo sovrano del Qatar, che si era dimostrato disposto a investire un miliardo, al momento non ha manifestato disponibilita’ a partecipare al salvataggio. Dal suo intervento dipende l’adesione di altri investitori istituzionali, che avevano posto come condizioni una massiccia adesione delle conversioni e la presenza di un anchor investor di peso. Senza gli Emirati, un intervento pubblico potrebbe portare lo Stato, gia’ socio al 4%, ad essere il primo azionista di Mps.
I risparmiatori hanno fatto la loro parte, rispondendo all’appello di Mps e rivolgendosi alle filiali per convertire i bond subordinati in azioni. In tutto si tratta di 40 mila persone con in mano titoli per oltre 2 miliardi. Dalla conversione e’ arrivato un miliardo, non proprio quanto auspicava l’istituto senese, ma comunque una somma di tutto rispetto, visto il clima di incertezza in cui e’ stata lanciata l’operazione. A quello si somma il miliardo gia’ acquisito con la conversione dei bond in mano agli istituzionali, che si e’ chiusa il 2 dicembre. In piu’ ci sono 200 milioni dalla conversione del titolo Fresh dei grandi fondi. In tutto, quindi, meno di 2,5 mld, a fronte dei 5 necessari.
Per quei 40 mila risparmiatori e per gli azionisti si apre un periodo carico di rischi. In base alle norme europee, l’intervento dello Stato potrebbe comportare un loro coinvolgimento nel salvataggio della banca e, quindi, una perdita del valore dei loro investimenti. Il Parlamento ha pero’ approvato la risoluzione che consente al Governo di stanziare 20 miliardi per le banche in crisi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha assicurato che gli impatti sui risparmiatori saranno “minimizzati o resi inesistenti”. In questi giorni ci sono stati a che frequenti contatti fra Roma e Siena, con viaggi nella capitale dell’ad di Mps, Marco Morelli, e del presidente Alessandro Falciai. Ma tutto dipendera’ da confronto con l’Ue. Una delle ipotesi, che potrebbe svolgersi in piu’ fasi, e’ quella di dare azioni in cambio del valore perso nel caso di conversione forzosa dei bond subordinati. Si tratterebbe di un ristoro piu’ generoso rispetto a quello dei risparmiatori di Etruria, Marche, CariFerrara, e CariChieti. Di certo c’e’ che un intervento deciso del Governo implicherebbe una rinegoziazione di ogni aspetto della cessione dei 27,7 miliardi di sofferenze, elemento cardine dell’operazione. Il Fondo Atlante II, comunque, si e’ gia’ detto “disponibile” anche “qualora ci fosse un intervento” pubblico. Per Mps e’ stata una giornata di tribolazioni in Borsa. Il titolo ha chiuso in perdita del 12,08% a 16,3 euro dopo aver toccato un nuovo minimo storico a 15 euro. Intanto, sul fronte banche, la Corte Costituzionale ha rigettato il ricorso della dalla Lombardia, secondo cui il decreto legge con le misure per la trasformazione in spa delle banche popolari avrebbe leso le competenze delle Regioni.