L’assessora Nisi entra nel merito degli aumenti generalizzati sulla Tari, spiegandone le motivazioni. «Mi sento in dovere di intervenire in riferimento a quanto è stato deciso dal servizio di gestione dei rifiuti, che riguarda l’aumento della tariffa Tari in bolletta – afferma l’assessora all’ambiente Diana Nisi – La nostra è una posizione netta, chiara e decisa, che abbiamo espresso nel corso dell’assemblea dell’Ato (l’autorità per il servizio di gestione dei rifiuti) e che vogliamo rendere pubblica.
Questo è un aumento determinato dai costi del gestore, dunque una decisione presa dall’alto che poi spetta agli amministratori comunali comunicare ai cittadini. Questo sistema non può funzionare e in questi giorni ne stiamo avendo la dimostrazione: ai cittadini sono arrivate bollette Tari con importi più alti rispetto al passato, senza che il Comune sia potuto intervenire in alcun modo sulla determinazione di tali aumenti. In altre parole, i comuni stanno perdendo il proprio potere decisionale su questo settore».
«Il consiglio comunale – continua l’assessora Nisi – fino a qualche anno fa approvava le tassazioni, oggi il ruolo del consiglio è ridotto alla sola presa d’atto di quanto stabilito altrove. Questo meccanismo è eccessivamente generalizzante e anti meritocratico, non valorizzando in modo efficiente i comuni virtuosi nella raccolta differenziata. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, aumenti delle tariffe di questa portata sono ingiustificabili».
All’indignazione dell’assessora per le scelte calate dall’alto, si aggiunge però anche l’amara constatazione di programmazioni sbagliate operate in passato.
«Per trasparenza nei confronti dei nostri concittadini – conclude l’assessora Nisi – non posso nascondere anche un’altra motivazione degli aumenti riscontrati in bolletta, che però non vale per tutti i Comuni, come quella di cui ho fin ora parlato, ma riguarda il solo caso di Monteriggioni. Già nel mese di dicembre avevo avuto modo di far presente come il Comune di Monteriggioni, caso unico in tutta l’ATO, (su 104 comuni) attesti una differenza tra consuntivo e preventivo pari a + 6,38%, in riferimento agli anni 2018 e 2019. In altre parole, per questi due soli anni, il consuntivo è risultato essere maggiore rispetto al previsionale, determinando così un saldo che si è ripercosso negativamente sulla bollettazione, facendo lievitare ulteriormente l’aumento della Tari. Un errore di programmazione passata che oggi ci troviamo sulle spalle e che purtroppo ha ripercussioni nel presente per le tasche dei nostri concittadini. È chiaro che alla nostra Amministrazione spetta il compito di farsi carico anche degli errori pregressi e cercare delle soluzioni per il futuro e di fatto, almeno per l’aspetto della programmazione, siamo già all’opera per una riduzione sull’anno 2023».