“Di questo autunno appena iniziato ci ha colpito la prima foglia caduta, quella della Granfondo di Monteriggioni, una manifestazione storica del territorio che è stata snaturata nel tracciato e nel periodo in cui si terrà”. Inizia così un intervento di Raffaella Senesi, del gruppo consiliare Per Monteriggioni, candidata sindaco alle prossime elezioni comunali, riguardante la discussa vicenda della mancata effettuazione della Granfondo di Monteriggioni.
“Che il Sindaco Frosini abbia deciso di abbinarla alla Sagra della Castagna? Perché, dopo 31 anni, nella sua lunga storia, questa gara si terrà lungo un percorso che sembra più un gomitolo arruffato da un gatto giocherellone che non un tracciato competitivo? Qualunque storia che il Frosini proverà a raccontare ai cittadini di Monteriggioni (e non solo) si schianterà sulla cruda realtà dei fatti – prosegue la Senesi – quello che sta accadendo è il frutto avvelenato della sua incapacità a governare le situazioni, una triste regola a cui non è sfuggita neppure la storica Granfondo. Per tanti anni i sindaci che lo hanno preceduto hanno saputo ben gestire questa manifestazione, senza mai incontrare alcun problema; adesso la catastrofe è sotto gli occhi di tutti! Ma proviamo a ricostruire come sono andate le cose” ripercorre Senesi.
“Erano i primi mesi di quest’anno quando l’uomo si è messo a correre con una ingenuità disarmante dietro a delle Sirene (che sentiva cantare soltanto lui e pochi altri …). Ricordiamo i fatti. A seguito delle polemiche sui tagli del bosco, nei primi mesi del 2023 i silvicoltori proprietari dei boschi della Montagnola negarono per protesta il passaggio sui loro terreni della 31° edizione della Gran Fondo ciclistica, allora programmata per il 14 di marzo. In seguito a tale rifiuto scoppiò un caso ampiamente riportato dalla stampa – prosegue la Senesi – il sindaco Frosini, per cercare di rimediare, convocò al primo mattino di sabato 1° marzo i proprietari dei terreni interessati dal percorso ciclistico ma subito dopo (e questo fu il primo errore) nel pomeriggio dello stesso giorno ricevette le rappresentanze locali delle associazioni ambientaliste per illustrare il progetto “Il parco della Montagnola”, un progetto che avrebbe dovuto essere realizzato all’insaputa dei silvicoltori, nonostante loro stessi fossero i proprietari della risorsa ambientale, cioè dei terreni dove il Frosini avrebbe voluto realizzare il suo piano. La cosa si presentava già con un vizio di fondo politicamente grave ed incomprensibile”.
“Ragioniamo un attimo su questo assurdo comportamento – ancora la Senesi – un politico ‘normale’ avrebbe certamente dovuto ascoltare le Associazioni Ambientaliste ma l’istante immediatamente dopo avrebbe dovuto convocare anche i rappresentanti del mondo agricolo senese, e cioè Cia, Coldiretti e Confagricoltura. Ma assurdità dopo assurdità il novello pompiere di Viggiù ritenne intelligente spegnere il fuoco gettandoci sopra altra benzina e così il 3 di marzo furono pubblicate dalla stampa locale altre sue esternazioni, non certo concilianti e mai da lui smentite. A questo punto vogliamo formulare una considerazione di per sé ovvia e cioè che nessuno possa e debba far da padrone in casa d’altri, soprattutto se riveste il ruolo di Sindaco. Considerazione ovvia per tutti, ma non al Frosini, che in questa occasione superò sé stesso dando ancora una volta prova della sua totale incapacità di ascolto, di mediazione e, soprattutto, della sua incapacità di risolvere le criticità incontrate lungo il suo percorso (inteso come politico e non della Granfondo)”.
“La storia terminò con l’inevitabile tragica conclusione: i proprietari che avevano già acconsentito al passaggio della corsa nei loro terreni ritirarono il consenso dopo aver letto i giornali con riportate le dichiarazioni di Frosini. Era riuscito in poche ore (da mezzogiorno di sabato 1 di marzo al primo pomeriggio dello stesso giorno) a sabotare l’accordo diretto che si era perfezionato tra i proprietari dei terreni e gli organizzatori della Granfondo. Anche a Penelope serviva una notte per disfare la sua tela…lui ci è riuscito in molto meno. A distanza di mesi noi non riusciamo a spiegarcelo e lo stesso Frosini, che forse si crede il Kissinger della Montagnola, si è ben guardato dal farlo” conclude.