Andrea Lusini, l’operaio morto sul lavoro a Pavia, torna a Monteroni d’Arbia per l’ultimo saluto, che si terrà domani alle ore 15. Comune che aveva lasciato solo tre anni fa. Si era rifatto una vita dopo essersi separato dalla moglie. A Pavia aveva trovato una nuova compagna e un nuovo lavoro. E proprio mentre era a lavoro a Villanterio è morto per salvare il suo collega Alessandro Brigo nel tentativo di soccorrerlo. Entrambi sono deceduti in seguito alla rottura di una tubatura di vapore nell’azienda che tratta scarti animali, una delle tante cascine della campagna del Pavese.
I due operai stavano smontando un tubo rimasto intasato – questo emerge dalla prima ricostruzione di Ats Pavia – quando il materiale contenuto ha sprigionato vapori di acido solforico. Vigili del fuoco e carabinieri avevano subito riferito di aver rilevato un’alta concentrazione di idrogeno solforato, o acido solfidrico, gas “prodotto dalla degradazione anaerobica della sostanza organica” particolarmente pericoloso e, se inalato, letale. Gas che ha fatto perdere i sensi al suo collega, Alessandro Brigo, 50 anni di Copiano, sposato e padre di due figli. Lui stato infatti il primo a sentirsi male per l’inalazione così quando Lusini se ne è accorto ha provato a soccorrerlo ma, ha solo fatto in tempo a chiamare i soccorsi. E’ morto anche lui. Perchè molto spesso i caduti sul lavoro ci lasciano per gesti di generosità. Oltre che per fato e inadempienze.
Monteroni d’Arbia, comune dove abitano i suoi tre figli, Mattia (19 anni), Niccolò (15) e Matilde, la più piccola di 11anni, piange la sua scomparsa. Aveva solo 51 anni e ha perso la vita pur di salvare il suo collega, il suo amico.