“Abbiamo notato che in questi giorni il “principale rappresentante dello schieramento a noi avverso” ha cambiato il nome del profilo da Sindaco a Candidato Sindaco. Salutiamo con favore il “ravvedimento”, perché essendo in campagna elettorale, le istituzioni non partecipano alla competizione. E sarebbe oltre modo grave, se coloro che ricoprono incarichi istituzionali, pagati dai contribuenti, utilizzassero tale posizione in campagna elettorale, parteggiando per la propria parte – così una nota della lista Monteroni Aperta che sostiene il candidato Sindaco a Monteroni d’Arbia Mauro Galeazzi – Per questo esiste una precisa norma la quale prevede, durante la campagna elettorale che la comunicazione delle istituzioni sia addirittura vietata, fatte salve le comunicazioni indispensabili e di servizio il cui contenuto deve essere rigorosamente impersonale, ovvero ” comunicazioni che non siano riconducibili ad un soggetto determinato o determinabile ma sia percepita come proveniente dall’attività istituzionale dell’Amministrazione”. Il senso di questa norma è quindi che il sindaco, da quando inizia la campagna elettorale, non esista e non compaia più. Esistono solo il comune e i candidati”. “Questa campagna elettorale è iniziata il 25 aprile, data di convocazione dei comizi elettorali. E non il 7 di Maggio quando invece il “Nostro” ha modificato il profilo da Sindaco a Candidato. Quindi dal 25 aprile al 7 di Maggio, qualcuno ha usato l’istituzione per fare campagna elettorale e usato il profilo del sindaco per promuovere iniziative elettorali, aperture di comitati, fare polemica politica. Con un post si dava l’allerta della protezione civile, con quello successivo si faceva l’aperitivo con il segretario del Pd all’apertura del comitato elettorale. Troppo difficile immaginare che uno che sta in consiglio comunale da 30 anni non se ne sia ricordato? Di solito quando accadono tali violazioni, l’Autorità le sanziona facendo cancellare i post. Vedremo se chi ha sbagliato, avrà il coraggio di ammetterlo. A noi non interessano le sanzioni. Interessano le regole e il rispetto della libera competizione delle idee. Senza ricorrere a mezzucci di questo tipo”. “Consentiteci infine un’ultima considerazione: se il profilo del Sindaco è stato il profilo istituzionale per 5 anni (il sito del comune era addirittura indicato ufficialmente come contatto, adesso rimosso), basta cambiare una qualifica ed è tutto risolto? A noi palesemente sembra di no. E anche sul proseguo della campagna non abbiamo dubbi. Neppure dal profilo personale dei candidati, si potranno richiamare elementi riconducibili alla loro attività svolta in comune. Benché mai simboli, patrocini o quant’altro. Figuriamoci quindi se è possibili pubblicare sul profilo del candidato un manifesto di un’iniziativa patrocinata dal comune, come accaduto per la peraltro bellissima festa delle More, dove il “sopramenzionato” ha addirittura parlato (avrà parlato il sindaco in violazione delle regole della comunicazione elettorale o era un’iniziativa di campagna elettorale?) Così facendo, dimostra solo di essere insofferente anche alle più elementari regole del confronto democratico. Viene da chiedersi se si rispettino allo stesso modo le altre regole che presiedono al buon funzionamento dell’ente. Con ciò chiudiamo, augurandoci di non dover tornarci sopra. Condividere le stesse regole di confronto farebbe bene non solo a chi vince o perde, ma a tutti i monteronesi”.
Parole alle quali ha risposto Gabriele Berni, smarcandosi dalla polemica: “Non siamo interessati a questo modo di fare campagna elettorale e non ci appartengono certi metodi e questi toni – afferma – . Noi siamo interessati solo ad avanzare proposte da sottoporre ai nostri cittadini ed a continuare a migliorare il nostro paese. Per questo tipo di argomenti che non riguardano il futuro di Monteroni ci sono le autorità competenti e coloro che ci si sono rivolti hanno già ottenuto le risposte nel merito”.