Le somministrazioni delle terze dosi sono urgenti. A dirlo è il governo Draghi a fronte dei dati che emergono dalle ricerche scientifiche sul calo di protezione a distanza di circa sei mesi dall’ultima dose.
La campagna per i richiami partirà da subito a settembre, come annunciato proprio dal ministro della Salute Roberto Speranza a margine del G20 di Roma sulla Salute. Con una variazione rispetto alla prima campagna dello scorso anno: i primi a ricevere il richiamo saranno i pazienti fragili, innanzitutto quelli oncologici e chi ha ricevuto un trapianto. Subito dopo sarà il turno degli over 80 e degli ospiti delle Rsa. In seguito sarà il turno degli operatori sanitari, dagli ospedalieri in poi. Prima di procedere, però, si attende il via libera dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, che darà il proprio per fornire indicazioni chiare e precise sulle procedure da seguire per il terzo richiamo.
La terza dose di vaccino servirà a queste categorie per riattivare e portare a livelli più alti la soglia di risposta immunitaria contro il virus, come ha spiegato ai microfoni di Siena Tv il ceo di Vismederi Emanuele Montomoli:
“La terza dosa servirà tecnicamente a dare un rinforzo al sistema immunitario a diversi mesi dal primo ciclo vaccinale.- spiega – La considerazione generale è che, indubbiamente, dopo diversi mesi l’immunità decade, succede per l’influenza ad esempio che dopo un anno ci si torna a vaccinare. Noi abbiamo i vaccini predisposti col virus isolato in Cina a fine 2019, è una limitazione questa, diamo al sistema immunitario un effetto buster, una dose di rinforzo esattamente uguale al primo ceppo somministrato – ancora Montomoli – il primo ceppo però non circola più, c’è la variante Delta, addirittura la super delta, aspetterei magari di avere una formulazione vaccinale aggiornata col ceppo aggiornato al virus che circola al momento. La mia considerazione personale – prosegue – è che si dovrebbe andare a cercare le persone reticenti al vaccino, ritengo strategicamente più importante avere l’80% di persone over 12 vaccinate invece di averne un 20% vaccinate con tre dosi”.
“L’obbligo vaccinale secondo me – aggiunge – avrebbe effetto contrario: obbligare crea scetticismo e induce a cercare metodi rapidi per eludere l’obbligo, sarebbero meglio campagne di educazione sanitarie che mostrano i vantaggi e risultati ottenuti, come ad esempio le ospedalizzazioni, che riguardano ormai in larga parte soggetti non vaccinati”.