Moretti: "A Siena per coltivare un sogno. Dopo il recupero con Biella l'inizio di una lunga agonia"

Di Redazione | 20 Marzo 2019 alle 19:21

Moretti: "A Siena per coltivare un sogno. Dopo il recupero con Biella l'inizio di una lunga agonia"

“Non sono pentito della scelta. Ma a un certo punto non ci credevo più”

La Mens Sana è ufficialmente fuori dall’A2, in attesa del ricorso alla Corte Federale. A commentare la fine di questa esperienza drammatica è coach Paolo Moretti, ai microfoni di Siena Tv.

L’ultimo match giocato con gli under contro Biella che ha portato all’esclusione: “Abbiamo preparato normalmente i ragazzi , per cercare di farli esprimere nel migliore dei modi. Sono entrato nello spogliatoio per dargli stimoli emotivi veri”.

Il suo arrivo a Siena la scelta a posteriori: “Sono arrivato dopo un anno di inattività, dopo i momenti bui a Varese. Sono venuto con stimoli forti, fino all’ultimo istante ho allenato e con grande entusiasmo. Pentito della scelta? Assolutamente no. La mia idea era arrivare fino al 30 di giugno e di programmare la nuova stagione”.

Il momento cruciale in negativo della stagione: “La svolta negativa è stata la settimana dopo il recupero con Biella. Poletti manifestò la volontà di uscire, da lì un lento progredire di una situazione ingestibile. C’è stata corsa a scappare, prima gli stranieri poi gli italiani che hanno usato la clausola dei loro contratti, per gli altri  rimasti la sensazione di era di essere incastrati e di avere una botola sotto i piedi. Anche  io ho cominciato a crederci sempre meno.  Fino alla pausa c’era un’anima e un’idea. Dopo doveva succedere qualcosa per andare avanti, non è successa ed eccoci qua “.

La convocazione in Procura dopo il forfait di Legnano: “Venerdì dovevo andare in procura federale. Abbiamo aspettato la convocazione, non sapevamo se la società sarebbe andata, sono susseguite varie comunicazioni e alla fine ci hanno convocato, alcuni hanno risposto, altri no”.

Il ricordo di questa esperienza: “Sono cresciuto qua, mi dispiace molto. Avevo un disegno in testa, c’era un sogno, di sedermi in questa scrivania, di riportare la società in alto e di far guardare partite di alto livello ai tifosi. Non ce l’abbiamo fatta, ma porto con me anche bei momenti sul’onda di risultati importanti, penso alla vittoria su Roma. Poi la lenta agonia. E mi porto dietro il mio staff, cresciuto in una scuola senese di grandi professionisti “.



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