Morte bianca a Colle, i sindacati insorgono: "Strage insopportabile"

Di Redazione | 24 Marzo 2018 alle 17:04

Morte bianca a Colle, i sindacati insorgono: "Strage insopportabile"

La Cgil: “Non sono fatalità, le cadute dall’alto sono le prime cause di decesso a lavoro”. Feneal Uil Toscana: “Servono leggi da far applicare”

Dopo la morte del 57enne lavoratore a Colle, i sindacati di categoria insorgono e chiedono interventi e rimedi urgenti: questi decessi non sono giudicati fatalità, con le cadute dall’alto che sono la prima causa di morte sul lavoro:”Un altro infortunio, un altro decesso, un’altra vita stroncata lavorando – afferma la Cgil Siena – Non c’eravamo ancora rialzati dopo la morte di Elvir in un cava di travertino a Rapolano Terme e ci ritroviamo dopo poco tempo a chiederci di nuovo come sia possibile. Il nostro recente coinvolgimento del Prefetto di Siena e l’avvio di un percorso partecipativo organizzato di tutte le parti sociali e degli organismi di controllo e prevenzione, da noi fortemente voluto, hanno il preciso intento di produrre un deciso cambio di marcia nel contrastare il rischio di infortuni. Partendo dai settori oggettivamente più a rischio: escavazione, agricoltura ed ovviamente cantieristica edile.

“Nei due incontri già svolti dopo il primo confronto in Prefettura, ci siamo adoperati al fine di produrre una sorta di nuovo percorso su come evitare i rischi con la formazione, la prevenzione ed i controlli – ancora la Cgil – Ma tutto ciò a nulla serve se poi un lavoratore viene mandato, da solo, ci par di capire, senza nessuna protezione e controllo, ad eseguire una riparazione sul tetto di un capannone alto 4 metri e mezzo, sapendo che la caduta dall’alto è statisticamente la causa più frequente per i decessi sui luoghi di lavoro.Non si può continuare così, non si può permettere di affidare dei lavori con una simile leggerezza e negligenza. L’art. 90 del Decreto Legislativo 81/2008 sulla responsabilità del committente ed il Decreto Correttivo 106/2009 per l’impresa affidataria non possono avere interpretazioni. Alla luce delle norme e del buon senso, come si chiama ciò che è accaduto? Qualcuno onestamente può essere ancora incline a scomodare la categoria della fatalità? A noi, se le circostanze al vaglio degli investigatori vedranno confermati i sospetti che abbiamo, sembra che si sia abbondantemente dentro il Codice Penale. Di fronte al rischio della vita la formazione deve essere incrementata e ripetuta costantemente a breve distanza. Una formazione mirata, che faccia tesoro anche degli accadimenti in aziende simili. I controlli preventivi di tutti i soggetti preposti in concorso fra loro devono essere profondi, critici, esaustivi, non ripetitivi. Gli Enti Bilaterali fortemente concentrati su questo a partire dalla dotazione degli RLST, i Rappresentanti dei Lavoratori della Sicurezza Territoriali, che insieme a quelli aziendali dovrebbero avere scambi di informazione non episodici con gli Enti preposti. Brevità dei procedimenti giudiziari, accelerazione delle informazioni sugli episodi infortunistici. Alcune delle cose che possiamo fare e che dovrebbero essere fatte. Cose che non eliminano la necessaria e primaria responsabilità dei datori e dei committenti”

 “La provincia di Siena – aggiunge Feneal Uil Toscana – paga di nuovo il suo tributo più alto: ieri infatti è morto un operaio edile di 57 anni cadendo da un tetto a Colle Val d‘Elsa. La Segreteria della Feneal Uil Toscana esprime vicinanza alla sua famiglia. I morti in edilizia nel 2017 sono stati 76 e il 2018 conta già in modo drammatico le sue vittime. La lista degli infortuni mortali si allunga ancora una volta. Una strage insopportabile per chi, come noi del sindacato, ogni giorno si confronta con i lavoratori e con le condizioni in cui spesso su trovano ad operare. La crisi che oramai da tempo ha radicalmente cambiato il settore delle costruzioni, ha portato ad un netto calo del rispetto delle misure di sicurezza e dei controlli. Dobbiamo intensificare i protocolli sulle buone pratiche, rendendole un modello unico di comportamento in tutte le aziende edili. Dobbiamo mettere al centro della nostra campagna di sensibilizzazione la vita del lavoratore. Non basta avere buone leggi ma dobbiamo fare in modo  che siano applicate. Bisogna ripristinare il vecchio DURC, inserire la patente a punti, introdurre la certificazione della congruità. Sono passati 10 anni dall’introduzione del Decreto 81 sulla sicurezza e purtroppo continuano a contare i morti.

“Per cercare di invertire la tendenza, dobbiamo arrivare alla definizione di contratto di cantiere che preveda, tra le altre cose, una formazione omogenea e concreta dei lavoratori così come previsto dal decreto e valorizzare la figura del rappresentante per la sicurezza aziendale o territoriale. Infine, come sindacato, sarà imprescindibile portare avanti quelle che sono le modifiche necessarie alla Legge Fornero per evitare che lavoratori ormai anziani stiano ancora su un ponteggio. Diciamo a gran voce alle imprese edili che la sicurezza è un investimento non una spesa”


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