“Le sensazioni sono di grande sconforto, perché è impensabile che in questo paese una figlia, un sorella, una famiglia si debba battere, esponendo continuamente una perdita e un dolore davanti a tutti per avere giustizia, un che è un diritto. Noi abbiamo diritto alla verità, abbiamo diritto di sapere cosa è successo a David e perché ci è stato portato via. Noi da anni chiediamo risposte che ancora oggi non ci sono state date e da anni sosteniamo che le ferite nella parte anteriore del corpo di David non sono compatibili con la caduta. Questa oggi è una certezza. Sappiamo, grazie al lavoro della commissione d’inchiesta, che David è stato picchiato dentro la banca poco prima di cadere ma nè la Procura di Siena, nè quella di Genova hanno ritenuto opportuno aprire un fascicolo per indagare su questo. E’ gravissimo”.
Queste le parole di Carolina Orlandi, che oggi pomeriggio a Roma in Piazza Santi Apostoli, ha organizzato un presidio nell’anniversario della morte di David Rossi, deceduto dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio a Rocca Salimbeni la sera del 6 marzo 2013. Prima dell’inizio del presidio sono state mostrate proprio le immagini dell’autopsia dell’ex capo comunicazione Mps e poi sono stati rievocati i suoi lunghi minuti di agonia vissuti dopo l’impatto con l’asfalto del Vicolo di Monte Pio. A sdraiarsi per prima la figlia Carolina, a seguirla gli altri partecipanti al sit-in.
“Questa è una delle cosa che fa più male di questa vicenda perché pensare che David è stato vivo per 21 minuti e nessuno – ha aggiunto Orlandi-, neanche le persone che per mestiere dovevano controllare le telecamere e quindi salvargli la vita, è intervenuto è bruttissimo. La nuova commissione d’inchiesta dovrà riprendere il lavoro dove è stato interrotto. L’ex presidente Zanettin ha detto chiaramente che ancora molte cose dovevano essere chiarite. Ci aspettiamo che si riparta da lì e che venga fatto un lavoro degno di quello svolto dalla prima commissione, che ha portato alla luce dettagli importanti.
Noi vogliamo sapere chi ha ucciso David, ma in questo momento soprattutto chi lo ha picchiato perché è da lì che dobbiamo partire. E se l’aggressione subita ha influito sulla sua morte”. Presente al presidio anche Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno 1983. “È normale dare solidarietà a chi vive situazioni molto simili” ha affermato ai nostri microfoni.