Morte David Rossi, il fratello Ranieri sul libro di Raffaele Ascheri: "E' disinformativo"

Il fratello del manager scomparso nel 2013 attacca il lavoro di Raffaele Ascheri, che ha pubblicato “Cronaca di un suicidio (annunciato)”

Di Redazione | 11 Luglio 2021 alle 15:32

Morte David Rossi, il fratello Ranieri sul libro di Raffaele Ascheri: "E' disinformativo"
Commento critico, da parte di Ranieri Rossi, fratello di David, riguardo al libro di Raffaele Ascheri dal titolo “Cronaca di un suicidio (annunciato)”, presentato nei giorni scorsi. Ascheri, nel suo lavoro, ripercorre, anche citando documenti esclusivi, il caso David Rossi offrendo una visione diversa rispetto a quella mediaticamente prevalente, che non trova ovviamente d’accordo la famiglia del manager deceduto nel 2013, che da sempre non crede alla tesi suicidaria.
“Messaggio subliminale (ma non troppo) per lo scrittore in erba che oggi si appresta a far uscire il libro disinformativo sul caso David Rossi – scrive Ranieri su Facebook – Non l’ho letto ovviamente ma scommetto che uno dei punti fondamentali che su cui l’autore punta per dimostrare che di suicidio trattasi è che la moglie era terrorizzata tanto da mandare messaggi disperati dopo 5 minuti che lo vedeva tardare quella sera”.
Ancora Ranieri: “Bene, lo scrittore si riguardi cosa significa UTC+0 quando si estraggono i dati dai telefonini. Significa Tempo Coordinato Universale, se in un cellulare è UTC+1 e nell’altro UTC+0 significa che uno è tarato sull’orario di Greenwich e l’altro su orario di Roma. Sfalsati di un’ora. Quindi la moglie manda quel messaggio alle 20,31 e non alle 19,31. Quindi essere un tantino preoccupata alle 20,31 in quanto il marito (che doveva tornare alle 19,30) non risponde a nessun telefono (ufficio e cellulare) ti pare cosa strana? Già, mi dirai ma l’hanno riportato (e commentato) i PM ed è anche nel decreto di archiviazione che la moglie manda quel messaggio alle 19,31. Vero, questo ti dovrebbe far capire come hanno lavorato PM e GIP e come dovrebbe lavorare uno che vuole scrivere un libro sulla vicenda” conclude.


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