Il video con le immagini della caduta di David Rossi dalla finestra del suo ufficio a Rocca Salimbeni, la sera del 6 marzo 2013, avrebbe potuto essere molto più lungo e soprattutto più dettagliato.
E’ quanto si è appreso ieri, durante l’audizione di fronte alla commissione parlamentare d’inchiesta, di Luigi Secciani, il tecnico informatico di una ditta in appalto esterno del Monte dei Paschi, colui che, quella sera, dopo la morte del manager fu chiamato a recuperare le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza, richieste dalla Polizia.
“Al videoregistratore da cui estrassi le immagini erano collegate almeno cinque telecamere della banca per la videosorveglianza – ha spiegato – ma mi fu chiesto di prendere le immagini dell’unica telecamera installata nel vicolo di Monte Pio” (dove cadde il corpo di Rossi ndr).
Ho estratto le immagini – ha aggiunto -, le ho salvate in due chiavette da 4 Gb ciascuna e ne ho consegnata una alla banca e una alla polizia. Fu un’agente donna della polizia di Stato a dirmi di prendere le immagini. Dopo aver visionato i filmati, mi disse di partire da alcuni minuti prima della caduta del corpo di Rossi e mi fu detto di fermarmi all’arrivo dei soccorsi”.
Poi, in merito alla discrepanza di 16 minuti tra la registrazione e l’orario reale (l’orologio del registratore era 16 minuti avanti ndr) ha detto ancora: “È prassi controllare l’orario della macchina con quello vero. Per evitare incomprensioni scriviamo i due orari, quello della macchina e quello reale in modo tale da evitare errori. Io oltre ad averlo scritto, l’ho detto anche ad alta voce”.