“Lui era il responsabile della comunicazione, cosa c’azzeccava con le vicende della Banca? Questa è la domanda che mi sono sempre fatto. Vuol dire che ci devono essere altri motivi, non quelli della situazione generata da quel tam tam sui problemi del Monte dei Paschi”.
E’ quanto ha detto Daniele Pirondini, ex direttore finanziario del Monte dei Paschi che oggi si è presentato davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta. Un’audizione voluta dal commissario leghista Claudio Borghi, per cercare di capire eventuali collegamenti tra il ruolo di David Rossi e le vicende finanziarie di Mps, a partire dal disastro Antonveneta.
“Conoscevo Rossi per motivi di lavoro, ci incontravamo solo tre-quattro volte all’anno – ha proseguito -, in occasione della preparazione dei comunicati stampa dei risultati trimestrali, semestrali e annuali. Non avevamo rapporti particolari. E per quello che posso dire io, lui non era a conoscenza delle operazioni strettamente finanziarie della Banca. Non avevamo rapporti personali, l’ho conosciuto fino al 2008, non so cosa sia successo dopo ma, pur conoscendolo poco mi è sembrato strano che abbia compiuto un tale gesto. Lui non c’entrava niente con quello che stava succedendo alla Banca”.
Pirondini, il cui nome recentemente è tornato alla ribalta della cronaca per essere tra gli imputati del processo d’appello sui derivati Alexandria e Santorini, è stato inserito al posto dell’autista Paride Minervini, impossibilitato ad essere presente oggi.
Domani audizione “bis” per il procuratore della repubblica facente funzioni di Siena, Nicola Marini, per rispondere alle domande rimaste fuori la volta scorsa, sulla prima inchiesta, archiviata come suicidio, e le incongruenze emerse dai i racconti dei vari testimoni sentiti dai commissari”.
