Mps: 4mila richieste di costituzione di parti civili nel processo sui crediti deteriorati

L'udienza preliminare iniziata oggi davanti al gup di Milano. Tra gli imputati anche gli ex vertici della banca Alessandro Profumo e Fabrizio Viola

Di Redazione | 12 Maggio 2023 alle 16:00

Mps: 4mila richieste di costituzione di parti civili nel processo sui crediti deteriorati

Tra associazioni, risparmiatori ed investitori sono state presentate circa 4mila richieste di costituzione di parti civili nell’udienza preliminare, iniziata oggi davanti al gup di Milano Fiammetta Modica, nei confronti di quattro persone tra cui gli ex vertici di Mps Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, nell’ambito del procedimento per false comunicazioni societarie, falso in prospetto e aggiotaggio sul caso della corretta contabilizzazione dei crediti deteriorati, i cosiddetti Npl. Sulle istanze di costituzione di parte civile il giudice deciderà nella prossima udienza fissata per il 26 giugno.

Non hanno chiesto di entrare come parti civili il Monte dei Paschi di Siena, né la Consob, che erano indicate tra le parti offese nella richiesta di rinvio a giudizio. Richiesta di processo avanzata dai pm Roberto Fontana (ora componente del Cms) e Giovanna Cavalleri e che riguarda anche l’ex presidente Massimo Tononi, attuale presidente di Banco Bpm, e l’ex dirigente Arturo Betunio. Nella prossima udienza alcune parti potrebbero chiedere la citazione di Mps come responsabile civile.

Il filone d’inchiesta sulla banca senese, il terzo a Milano, è relativo “ai bilanci ed alle comunicazioni al mercato per gli anni 2014/2015/2016” con riferimento alla “relazione semestrale pubblicata il 29 luglio 2016”. Sulla vicenda il gip Guido Salvini, dopo aver rigettato una richiesta di archiviazione proposta da altri pm, aveva disposto una perizia per verificare la corretta contabilizzazione delle rettifiche in base ai risultati di tre ispezioni di Bankitalia e Bce tra il 2012 e il 2017.

I due esperti, in circa 6 mila pagine, avevano concluso che, tra il 2012 e il 2015, l’istituto di credito senese non aveva contabilizzato tempestivamente nei propri bilanci rettifiche su crediti per complessivi 11,42 miliardi di euro. Originariamente il numero degli indagati era maggiore, ma per molti la posizione è stata, poi, stralciata in vista di una richiesta di archiviazione, così come è accaduto anche per la banca, dopo la chiusura delle indagini, che era stata iscritta per la responsabilità amministrativa.



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