L’operazione di aumento di capitale di Mps da 2,5 miliardi di euro parte lunedì prossimo e si conclude il 3 novembre. L’operazione sarà “interamente garantita”, ha annunciato la banca indicando che sono stati sottoscritti contratti di garanzia per massimi di 857 milioni di euro, di cui euro 807 milioni con un consorzio di banche e 50 milioni con Algebris.
Gli impegni di sottoscrizione da parte di altri investitori, oltre allo Stesso che inietterà 1,606 miliardi ammontano a 37 milioni. Il prezzo per le nuove azioni è stato fissato in 2 euro, con uno sconto del 7,79% rispetto al prezzo teorico dopo lo stacco del diritto di opzione (terp). Gli azionisti del Monte avranno la facoltà di sottoscrivere 374 nuove azioni ogni 3 azioni possedute. Il titolo in Borsa dopo essere partito in rialzo è finito in asta di volatilità con un ribasso teorico a due cifre
La notizia ha suscitato varie reazione e un fuoco incrociato. Prima dal Comune in direzione Università, col sindaco Luigi De Mossi, che nell’esplicare il suo plauso per la decisione di Fondazione Mps “che ha deciso di far crescere il proprio intervento” nella Banca Monte dei Paschi “dagli iniziali 70mila euro a 10 milioni”, ha fatto notare “il voto contrario espresso, in deputazione generale della Fondazione, dai rappresentanti delle due Università di Siena, in singolare dissintonia con il territorio; e l’incongruenza del rappresentante del ministero della Cultura, che ha votato contro la partecipazione a un aumento contro gli auspici del Mef, confermatimi anche nel mio recente incontro a Roma con il sottosegretario Freni”.
A ruota la Fondazione, che ha parlato di “mancato rispetto della riservatezza” da parte di Palazzo Pubblico. “In merito al comunicato diramato in data odierna dal Comune di Siena non possiamo fare a meno di stigmatizzare il mancato rispetto degli ovvi doveri di riservatezza a tutela della libertà decisionale dei membri degli organi deliberanti e la relativa fuga di notizie su votazioni aventi potenziali effetti price sensitive, in palese violazione del Codice etico della Fondazione”.
“Di tale questione – prosegue la Fondazione – sono già stati interessati l’Organismo di Vigilanza e il Collegio dei Sindaci dell’Ente” aggiunge l’ente di Palazzo Sansedoni riservandosi su “ulteriori azioni a tutela della Fondazione e dei suoi Organi”. Ricordando lo statuto la Fondazione conclude: “Ogni voto è espresso liberamente e in buona fede, con l’obiettivo di servire al meglio la Fondazione e il suo territorio di riferimento”.