Un ulteriore mattone mette la parola fine sul caso della presunta “banda del 5%”, uno dei più controversi fra quelli che hanno travolto banca Monte dei Paschi.
La corte di Cassazione nei giorni scorsi, accogliendo il ricorso degli imputati, ha annullato la decisione della corte di Appello, del dicembre 2020, con cui si dichiarava l’intervenuta prescrizione dei reati oggetti del processo. Di fatto quindi è stata confermata l’assoluzione in degli undici imputati giá decretata in primo grado nel luglio 2019, poiché il fatto non sussiste. Una assoluzione piena che gli imputati, nonostante il non luogo a procedere in secondo grado, volevano ottenere, per chiudere definitivamente il cerchio.
Come si ricorderà, si contestava l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, in relazione a una serie di presunte creste milionarie su affari del Monte dei Paschi, legati ad acquisti di prodotti finanziari negli anni 2008 e 2009. Le motivazioni della sentenza emessa dal Tribunale di Siena, però, avevano stabilito, di fatto, la non esistenza della banda e la liceità delle operazioni di finanza.
L’ultimo atto è atteso il 15 luglio quando la Corte di Appello sarà chiamata a definire l’ipotesi assolutoria del processo sull’ostacolo alle funzioni di vigilanza, ma si tratta solo di verificare la formula, atteso che l’assoluzione è già definitiva per tutti gli imputati.
C.C