Avviato l’iter per la commissione di inchiesta su Mps
Arriva la tanto richiesta commissione d’inchiesta sulle grane del sistema bancario, a partire da Mps. A sostenerla lo stesso Partito democratico, che alla Camera ha presentato una mozione ad hoc, mentre il Senato ha annunciato per fine mese l’avvio dell’esame dei 13 disegni di legge depositati gia’ a fine 2015 sull’onda delle polemiche per la risoluzione delle 4 banche.
L’istituzione della commissione richiedera’, spiegano diversi senatori, almeno un paio di mesi ma al momento l’obiettivo di governo e maggioranza e’ quello di svelenire il clima politico per mettere per prima cosa in sicurezza il ‘decreto salva-risparmio’, quello che consente tra l’altro il salvataggio pubblico del Montepaschi, che nel frattempo ha avviato il confronto col Tesoro, suo futuro azionista di controllo, sul nuovo piano industriale.
Il provvedimento, nelle intenzioni della commissione Finanze di Palazzo Madama, sara’ analizzato e votato appunto entro fine gennaio, in modo da dedicarsi poi all’istituzione di una bicamerale che dovra’ scandagliare i problemi del sistema bancario tutto, non solo di Siena. Anche per questo dovrebbe essere respinta dall’Aula di Palazzo Madama la richiesta della procedura d’urgenza di uno dei 13 ddl, quello del Movimento 5 Stelle, che si concentrava unicamente sul Monte.
L’intenzione della maggioranza, ha spiegato il presidente della commissione Finanze Mauro Maria Marino, e’ appunto quella di lavorare su un testo unico, che analizzi il funzionamento del sistema del credito, focalizzandosi, come chiedono anche le mozioni votate nel frattempo da Montecitorio, sui casi piu’ critici per accertare i responsabili dei crac che hanno portato finora al salvataggio prima delle vecchie Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti attraverso la risoluzione, e oggi a fare entrare lo Stato nel capitale di Mps.
Ma l’inchiesta guardera’, come nelle richieste dei senatori, anche altri casi, come le due venete. Alla Camera la richiesta di istituire una commissione d’inchiesta, cosi’ come prevista dai testi di Fi, di Pd-Ap, Civici e innovatori, Sinistra Italiana, Lega e Ala e’ arrivata con ok bipartisan. Con le mozioni si chiede anche che l’inchiesta parlamentare guardi anche “all’analisi delle insolvenze che hanno contribuito a determinare le crisi”. Una sorta di ‘passo laterale’ rispetto alla richiesta piu’ esplicita di rendere “noti i principali debitori insolventi sia verso le banche sottoposte a una procedura di risoluzione sia nei confronti di quelle oggetto dell’intervento preventivo da parte dello Stato” contenuta nella prima versione della risoluzione. Sul tema si registra una certa cautela anche nelle fila della maggioranza. Mentre le opposizioni cavalcano la necessita’ di assoluta trasparenza (con Fratelli d’Italia che ha gia’ depositato una apposita proposta di legge) quello che e’ stato gia’ definito il ‘lodo Patuelli’ sara’ con ogni probabilita’ affrontato gia’ con l’iter del decreto: “Ci sara’ l’audizione dell’Abi, quella e’ la sede deputata, anzi: se arrivano con un testo abbiamo gia’ qualcosa da cui partire” ha spiegato il presidente Marino. Intervenire per via normativa, spiegano anche fonti di governo, si puo’ fare, in particolare sul fronte delle persone giuridiche, ma e’ un passaggio delicato che va bene approfondito per evitare che le eventuali ‘black list’ si trasformino in una gogna.