Crediti deteriorati: verso una bad bank con Mps in minoranza?
Il primo aggiornamento ufficiale sulla trattativa in corso fra Mps, Governo e Commissione europea e’ abbastanza rassicurante riguardo lo stato dell’arte, un po’ meno sui tempi. Il confronto “non e’ piu’ complicato del previsto”, ha spiegato Fabrizio Pagani, capo segreteria tecnica del ministero dell’Economia, ma “e’ naturale” che “ci voglia un certo numero di settimane”. L’oggetto del dialogo fra Tesoro, Mps e Unione europea e’ il nuovo piano industriale della banca. Siena deve vararlo per recepire l’indicazione della Bce di innalzare la ricapitalizzazione da 5 a 8,8 miliardi di euro, prevedendo un investimento da 6,6 miliardi del governo, ma senza violare le norme comunitarie sugli aiuti di Stato. Per chiudere la trattativa, ha spiegato Pagani, “ci vorra’ qualche settimana”, ma sul suo buon esito “sono molto fiducioso, assolutamente”.
Il confronto “e’ appena iniziato – ha raccontato – c’e’ stato un primo momento con la commissione e la banca, a le cose stanno andando avanti secondo quanto previsto. Ci sono alcuni naturali elementi da vedere e discutere assieme”, ma al momento “non ci sono particolari pressioni”. Con il suo intervento, il Tesoro diventera’ azionista di Mps al 70%. L’ingresso dello Stato nel capitale di Siena sara’ possibile sulla base del decreto salva risparmio, che stanzia 20 miliardi per le banche in crisi: al momento, ha spiegato Pagani, la Commissione europea non ha chiesto che venga modificato. Che i tempi stiano subendo uno slittamento rispetto ai piani iniziali lo dimostra il calendario. A meta’ gennaio, l’ad di Mps Marco Morelli aveva detto che la trattativa ufficiale con le autorita’ europee – bozza di piano alla mano – sarebbe iniziata “nei primi giorni di febbraio”. A meta’ febbraio, pero’, la bozza ancora non c’era: il cda aveva intenzione di vararla a fine mese. Ora i programmi parlano della prima meta’ di marzo. Con ogni probabilita’, quindi, il dialogo preliminare con la commissione ha rallentato un po’ la corsa. “C’e’ da tener conto del fatto che siamo in un’area molto nuova – ha ricordato Pagani – non c’e’ una prassi consolidata di come si struttura una ricapitalizzazione precauzionale. Pero’ noi siamo molto positivi”. Parte fondamentale del nuovo piano industriale di Mps sara’ il modo in cui avverra’ la dismissione dei crediti deteriorati, pari a circa 45 miliardi. Morelli sta lavorando alla creazione di una sorta di bad bank, per poi trovare, attraverso una gara, investitori che ne comprino la maggioranza, mentre Mps potrebbe conservare una quota di minoranza.