Cgil e Fisac intervengono sulla situazione di Mps
“Lo Stato deve intervenire per decreto legge”. E’ quanto sostengono in una nota Cgil e Fisac Cgil di Siena in merito al salvataggio di Mps. Il sindacato definisce “una scelta avventata e sbagliata” il mancato rinvio da parte della Bce della data ultima entro la quale completare la ricapitalizzazione e invoca l’intervento dello Stato per mettere in sicurezza “in maniera finalmente definitiva la Banca, i clienti correntisti ed obbligazionisti ed i posti di lavoro degli oltre 24mila lavoratori, in caso Mps non riuscisse a trovare una soluzione di mercato”. Secondo Cgil e Fisac Cgil di Siena “la tutela di una banca di interesse sistemico come Mps vuol dire mettere in sicurezza l’intera struttura economica nazionale, che deve fare i conti anche con le criticita’ presenti nell’intero sistema bancario”
“Un’operazione a dir poco spericolata”. Cosi’ in una nota l’Aduc, Associazione diritti utenti e consumatori, definisce la scelta di Mps di chiedere alla Consob di poter consentire anche ai risparmiatori privati la conversione volontaria delle obbligazioni subordinate in azioni. “Un tentativo piu’ frutto della disperazione che di un’analisi obiettiva”, sottolinea l’Aduc che ritiene che l’operazione sia stata fatta “per rendere ormai palese che tutte le carte possibili, anche le piu’ disperate, sono state giocate e non resta altro che il salvataggio da parte dello Stato”. “Com’e’ possibile immaginare che in 15 giorni, con il Natale di mezzo, si riesca a chiamare circa 40.000 persone e si diano loro tutte le informazioni necessarie per fare una scelta d’investimento consapevole?”, chiede l’associazione che individua come “unica possibilita’” di salvataggio della banca “l’intervento dello Stato con la tutela dei piccoli risparmiatori”. La soluzione “piu’ logica”, secondo l’Aduc, dovrebbe passare da un decreto del Governo basato su conversione forzosa di tutte le obbligazioni subordinate in azioni, rimborso integrale di tutti gli obbligazionisti privati che lo richiedono in cambio delle azioni ricevute (ponendo esclusivamente un limite d’importo nell’ordine dei 200mila euro) e sottoscrizione del ministero del Tesoro dell’ulteriore quota di capitale necessaria.