“La contabilizzazione a saldi aperti” attuata da Mps in merito alle operazioni Alexandria e Santorini “non ha violato alcun criterio di valutazione” fissato dalle norme “ma, all’opposto, si è uniformata ai criteri tecnici generalmente accettati’ ed applicati dagli operatori del mercato dell’epoca, nonché validati dalle autorità in materia di vigilanza e contabili nazionali e internazionali”.
Ne è convinta la difesa di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, gli ex presidente ed ex ad di Monte dei Paschi di Siena imputati a Milano nel processo in appello per falso in bilancio e aggiotaggio in un filone delle indagini sulla banca senese.
Il sostituto pg Massimo Gaballo, durante la scorsa udienza aveva chiesto per loro la conferma della condanna a sei anni di carcere decisa dal Tribunale, mentre per l’ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori aveva proposto la nullità della pena di 3 anni e mezzo inflitta in primo grado e la trasmissione degli atti per competenza a Siena.
Per gli avvocati Franco Coppi e Adriano Raffaelli, legali di Profumo, e Francesco Mucciarelli e Roberto Borgogno, legali di Viola, anche in base alla sentenza di assoluzione pronunciata nel processo “gemello” dalla Corte d’Appello di Milano, ritengono dunque corretta la contabilizzazione “a saldi aperti” di Alexandria e Santorini e quindi sottolineano l’inesistenza del reato di false manipolazioni sociali contestato “per l’assenza di una falsità valutativa penalmente rilevante”.
Inoltre, come si legge in una memoria depositata ai giudici di secondo grado e che riassume la linea difensiva, “il bilancio 2012 illustrava in modo esauriente le caratteristiche, le pattuizioni contrattuali, i vantaggi e gli obblighi derivanti dalle operazioni Alexandria e Santorini. (…) sicché è arduo anche solo immaginare in cosa consista il deficit informativo”. Giuseppe Lucibello, che assiste Salvadori, ha affermato che non c’è “nemmeno un barlume di prova” nei confronti del suo cliente di cui chiede l’assoluzione.