“Come Organizzazioni Sindacali aziendali abbiamo più volte richiamato lo Stato, azionista di maggioranza della Banca dal 2017, sulla necessità di negoziare il superamento dei vincoli imposti dai regolatori europei, e prolungare il termine della permanenza nel capitale sino a garantire l’effettivo risanamento del Gruppo”. Così scrivono in una nota congiunta i sindacati.
“Abbiamo cioè richiesto allo Stato una assunzione di responsabilità che preveda il rilancio della Banca nella sua integrità, e la salvaguardia dei livelli occupazionali, salariali e
normativi per i suoi 21mila Dipendenti. Mentre si susseguono notizie di stampa che accreditano anche l’ipotesi dello “spezzatino”, ribadiamo che non può essere attuabile – vista la ricapitalizzazione precauzionale effettuata con iniezioni miliardarie di fondi pubblici – nessun’altra soluzione se non quella che abbia l’obiettivo di creare valore e di sviluppare la Banca e il Gruppo a beneficio della collettività, e del ritorno dello stesso investimento statale.
Sarebbe invece inaccettabile che, con ulteriori soldi pubblici, si favorisse un processo di distruzione di un’azienda come Banca Monte dei Paschi, e del valore in essa contenuto, che sta dimostrando anche in questo difficile momento di essere al servizio del Paese.
Alla Banca servono certezze, investimenti in tecnologia e in persone, in grado di dare una visione strategica e di sviluppo a tutto il Gruppo. Le Lavoratrici e i Lavoratori dopo anni di sacrifici e abnegazione si meritano una prospettiva certa. Invertire la tendenza si deve e si può, senza perdere altro tempo”.