Il salvataggio di Banca Carige potrebbe avvenire grazie all’intervento di MPS
Dopo il commissariamento da parte della Bce, per il futuro di Carige sarà decisiva la scelta del Governo: l’ipotesi è di una ricapitalizzazione effettuata a metà dai soci e a metà da Mps, controllata dal Tesoro. Ma Mps si era impegnata con Bruxelles a non fare operazioni di M&A, per questo un suo intervento su Carige scatenerebbe la reazione immediata della Commissione europea. Secondo quanto fino ad ora emerso, però, il Governo (soprattutto la Lega) starebbe spingendo per questo intervento. Una delle ipotesi di mediazione porterebbe a una possibile ricapitalizzazione co-gestita: per metà il privato, per metà la banca senese che acquisirebbe il pacchetto di maggioranza. Intervento statale solo parziale e indiretto, visto che Mps oggi è controllata dal MEF, che detiene il 68% del capitale. L’operazione, secondo quanto scrive il Messaggero, non si starebbe solo fermando alla ricapitalizzazione partecipata da Mps, ma anche alla cessione dei crediti deteriorati. E anche in quel caso ci sarebbe l’ipotesi di un intervento pubblico. I commissari straordinari di Carige sono infatti in trattativa con Sga, la società del Tesoro che gestisce i crediti deteriorati, per cedere buona parte dei 3,7 miliardi circa tra sofferenze e incagli della banca, in modo da ripulire l’attivo e rendere appetibile la vendita dell’istituto.