Mps, “vento contrario” nell’operazione aumento di capitale
“Marco Morelli sta facendo il giro delle 18 chiese, ma mi pare che il vento tiri contro”. Per Giulio Sapelli il piano di salvataggio di Mps “e’ molto complicato e molto complesso. Richiede un grande sforzo del mercato per la raccolta del capitale”. E poi c’e’ “un ulteriore elemento di preoccupazione”, l’ispezione della Bce. “E’ vero che in Toscana si mangia bene – dice all’Ansa – ma se gli ispettori sono li’ da maggio puo’ significare anche che qualcosa sta emergendo”. Sapelli e’ un economista che parla senza filtri, che non usa giri di parole, che va dritto al punto. Insegna storia economica ed economia politica all’Universita’ di Milano e conosce bene le vicende senesi, visto che dal 2000 al 2001 e’ stato presidente della Fondazione Mps, su nomina del ministero del Tesoro. Gli ispettori di Francoforte stanno studiando i crediti della banca che, pero’, sono gia’ stati oggetto di diverse due diligence. “Effettivamente – spiega Sapelli – la Bce non ha piu’ strumenti degli altri, ma magari possono esserci cose che finora non si sono volute trovare. In ogni caso, mi auguro che il cda di Mps chieda alla Bce di rendere noti i risultati, perche’ non e’ possibile affrontare un aumento di capitale cosi’ ingente avendo sulle spalle la scimmietta dell’ispezione”.
Fra le ipotesi allo studio di Mps c’e’ quella di lanciare la conversione volontaria dei bond senior. “E’ un’operazione intelligente, giusta, tecnicamente ineccepibile – dice Sapelli – che permette di chiedere meno capitale. Ma dimostrerebbe che sono con l’acqua alla gola, che il tempo corre e che sono coscienti di chiedere un capitale superiore a quello che l’andamento attuale del mercato consente”. Secondo Sapelli, il referendum non influira’ sul futuro della banca senese. “Non c’entra nulla – dice – Spero che il Governo continui a fare il proprio lavoro, al di la’ del risultato. Anzi, Renzi dovrebbe mandare messaggi rassicuranti e dire che, comunque vada, non si dimettera’”. Il futuro della banca? “Continuera’ ad esistere anche se l’operazione di Morelli non andasse in porto – conclude Sapelli – Bisogna vedere in quali condizioni, con quali occupati, con quale ruolo. Ci sara’ una nazionalizzazione o la trasformazione in banca territoriale con garanzia dello Stato. O prendera’ tutto Jp Morgan con qualche azionista arabo”.