Giorni intensi per Monte dei paschi alle prese con l’aumento di capitale
Con il via libera dell’assemblea all’aumento di capitale e con il miliardo e piu’ di euro acquisito dalla conversione di bond in azioni, finora Siena ha rispettato l’agenda del piano di salvataggio di Mps. Non era scontato. Ma ora la banca perdera’ per un po’ il timone. Il referendum costituzionale e gli effetti che il voto avra’ sui mercati peseranno infatti parecchio sull’esito dell’operazione. Non a caso per domani’ e’ in programma una serie di incontri e call fra i vertici di Rocca Salimbeni, le banche del consorzio di garanzia e gli investitori ‘papabili’. Anche se, sostengono alcuni addetti ai lavori, non e’ scontato che vi sia un terremoto sui mercati. Basti pensare alla velocita’ con cui e’ stata assorbita la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti. Il giorno decisivo sara’ comunque martedi’, quando a Siena si riunira’ il cda della banca.
Avendo ormai chiara la situazione, il board di Mps potra’ stabilire se lanciare l’ultimo atto dell’operazione, cioe’ l’aumento di capitale. Alla luce del voto sul referendum, infatti, lunedi’ i fondi decideranno se prendere o no impegni concreti per entrare nel capitale di Siena e le banche del consorzio – guidato da Mediobanca e Jp Morgan – se firmare la garanzia per coprire la parte di aumento non assorbita dal mercato. Per lunedi’ mattina e’ atteso anche l’esito definitivo della conversione volontaria dei bond in azioni. I risultati parziali sono fermi a poco piu’ di un miliardo. A Siena si ipotizza che il dato finale possa attestarsi fra l’1,1 e l’1,2 miliardi di euro, in linea quindi con le stime e oltre la ‘soglia dio soddisfazione’, ma sotto il miliardo e mezzo auspicato all’avvio dell’operazione. L’obiettivo e’ lanciare un aumento di capitale da 2 miliardi, in modo da coprire i 5 miliardi di rafforzamento patrimoniale chiesti dalla Bce per assorbire le perdite della cessione al 33% dei 27,7 miliardi di sofferenze. Se l’agenda verra’ rispettata, l’aumento di capitale partira’ la prossima settimana per chiudersi entro Natale. Se cosi’ non fosse, ogni scenario resta possibile, compresi l’intervento dello Stato e il bail-in.