L’audizione dei vertici Mps in commissione Finanze al Senato
La nuova Montepaschi di Stato riparte dal vecchio piano industriale. Lo scopo della banca senese e’ tornare quella di una volta, liberandosi in fretta della presenza ingombrante del Governo, che a breve sara’ azionista al 70%. In commissione Finanze al Senato, l’ad di Rocca Salimbeni, Marco Morelli, ha ricordato il calendario: “Nei primi giorni di febbraio avvieremo formalmente” il confronto con le autorita’ europee, con l’auspicio che “nel giro di poche settimane il processo possa chiudersi”. Per domani a Siena e’ in programma il cda. L’intenzione era quella di dare il via libera alla prima tranche di bond con garanzia pubblica, per risolvere il problema liquidita’. Ma ancora non c’e’ il decreto attuativo: manca un ultimo vaglio tecnico, la firma del ministro arrivera’ in tempi stretti. In mancanza del provvedimento, il board senese esaminera’ le linee generali del piano di emissione delle obbligazioni, che sara’ di 15 miliardi per il 2017, ma non potra’ prendere decisioni. L’attesa del decreto, pero’, non provochera’ particolari rallentamenti nei programmi di Mps. Per mettere a punto il nuovo piano industriale “partiremo dalle indicazioni di quello presentato il 25 ottobre”, ha spiegato Morelli. Specie su due punti: “L’obiettivo – ha detto – e’ proseguire sul percorso che prevede la cessione delle sofferenze in blocco” e in tempi brevi.
Riguardo i dipendenti, l’ad ha ricordato che il vecchio piano prevedeva una riduzione di 500 sportelli e circa 2.600 esuberi: “Nella trattativa con la commissione – ha aggiunto – partiremo sicuramente da questa assunzione”. L’annuncio dell’ingresso dello Stato ha bloccato l’emorragia. Il presidente della banca, Alessandro Falciai, ha assicurato che “in nessuna circostanza i depositi dei clienti sono mai stati a rischio”, ma a fine 2016, ha ricostruito Morelli, c’e’ stato “un deflusso molto importante”, che si e’ “completamente arrestato con gli ultimi giorni dell’anno e i primi giorni di gennaio”. La banca riparte da qui. Il nuovo assetto azionario lo ha illustrato Falciai: “Lo Stato mettera’ circa 6 miliardi e avremo circa 2 miliardi di investitori istituzionali. Quindi lo Stato avra’ circa il 70%, mentre il retail su base volontaria potra’ convertire i bond e uscire”. L’obiettivo, ha detto Morelli, e’ quello “di mettere la banca in grado di trovare velocemente un percorso con lo Stato non in posizione prevalente”. Il programma prevede che dopo una permanenza temporanea in Mps, il Governo ne esca vendendo le sue quote, magari guadagnandoci, come – ha ricordato Falciai – e’ gia’ avvenuto negli Stati Uniti. Intanto il titolo resta sospeso in Borsa, anche se, ha assicurato Morelli, in futuro continuera’ ad essere quotato. Il cambio dei soci potrebbe comportare pure un cambio di trattamento del management. Falciai e Morelli hanno assicurato che resteranno anche se ci sara’ una riduzione dello stipendio, “perche’ credo che il rilancio della banca sia possibile”, ha detto l’ad. In ogni caso, ha aggiunto, “una volta che azionista diventa il Governo, decide liberamente e si deve sentire libero di disporre del management e di valutare i risultati”.