L’amministratore delegato Mps Marco Morelli risponde sul futuro della banca
“Ho preso un impegno, lo rispetto a prescindere da quelli che sono i trattamenti economici personali”. E’ quanto ha affermato, nel corso di un convegno organizzato dalla Fabi, l’amministratore delegato di Mps, Marco Morelli. “Resto indipendemente, anche con uno stipendio ridotto”, ha aggiunto Morelli in merito al fatto che, con l’ingresso dello Stato nel capitale sociale dell’istituto, lo stipendio del manager e’ destinato a subire una decurtazione. Morelli ha quindi ricordato di aver rimesso il proprio mandato dopo il fallimento dell’aumento di capitale privato: “Il giorno in cui abbiamo chiesto l’intervento dello Stato ho rimesso il mandato”, ha spiegato Morelli secondo il quale era “giusto farlo nel momento in cui un nuovo socio prende una partecipazione molto importante”; in ogni caso, ha concluso, “per definizione il mandato di un amministratore delegato e’ sempre a disposizione dei soci e del consiglio di amministrazione”
Sui tempi per l’approvazione del nuovo piano industriale di Mps, Morelli ha detto che “non sono dettati dalla banca, sono dettati dalla Commissione Europea e dalla Bce e noi dobbiamo adeguarci per rispettare la tempistica che viene data da loro”. Pertanto, il consiglio di amministrazione dell’istituto “approvera’ il piano industriale alla fine di questo processo”. Per quanto riguarda le indiscrezioni sui presunti dissapori sul Monte tra la Commissione e la Bce, Morelli si e’ limitato a dire di non esserne “assolutamente al corrente: io lavoro per Mps e non sono in grado di dare un giudizio su queste due entita’”. Sul deflusso dei depositi del Monte dei Paschi di Siena verificatosi sino alla fine del 2016, Morelli ha affermato che “abbiamo invertito la tendenza commerciale: a questo punto la banca sta riprendendo un modus operandi positivo. E’ un processo lento che va nella giusta direzione”.
Ed ancora ill Monte dei Paschi di Siena, nell’ambito del nuovo piano industriale, sta “valutando quale meccanismo tecnico sia il migliore per fare in modo che la banca si liberi degli stock npl”. Cosi’ l’amministratore delegato dell’istituto ha risposto a chi gli chiedeva se per lo smaltimento dei crediti in sofferenza la banca stesse pensando alla creazione di un veicolo ad hoc. Di sicuro, sugli npl “il nostro obiettivo e’ seguire la traiettoria del piano industriale che abbiamo presentato a ottobre, e quindi cercare di deconsolidare lo stock di npl in tempi ragionevoli perche’, fatto quello, la banca e’ in condizione di ripartire senza quel peso da un punto di vista commerciale e industriale”.
Nel frattempo la Commissione e la Banca Centrale Europea lavorano insieme sulla ricapitalizzazione precauzionale della banca Monte dei Paschi di Siena, ma hanno anche “responsabilita’ diverse” e questa e’ la ragione per cui “a volte non si sentono esattamente le stesse parole”. E’ quanto ha detto la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, a margine della mini-plenaria dell’Europarlamento, rispondendo a una domanda sulle possibili divisioni tra l’Antitrust e la vigilanza della Banca centrale europea sul piano di Mps. “Ovviamente lavoriamo insieme a contatto molto stretto, perche’ abbiamo ruoli diversi”, ha detto Vestager: “il meccanismo di supervisione unico (della Bce) ha la responsabilita’ della vigilanza, e devono fare le loro cose per permetterci di fare la nostra parte che, alla fine, e’ guardare al versante degli aiuti di Stato”. Secondo la commissaria la cooperazione e’ molto buona. Ma facciamo cose diverse ed e’ questo il motivo per cui a volte non si sentono esattamente le stesse parole”. Negli scorsi giorni, il Financial Times aveva riferito di alcune divergenze tra i servizi Antitrust della Commissione e la vigilanza della Bce sull’ammontare di capitale pubblico necessario per ricapitalizzare Monte Paschi.