Oggi cda di Mps per la risposta da dare a Bce sui crediti
Attesa oggi per la riunione del cda di Monte dei Paschi a Siena, convocato in sede straordinaria per discutere la risposta da dare alla Bce sulla cessione dei crediti non performing. Intanto alla domanda se ci sia un interesse all’acquisizione di Mps, il presidente di Intesa Sanpaolo Pietro Gros risponde cosi’: “Questa banca si chiama “Intesa” perche’ ha contribuito alla lunga storia del credito nazionale assorbendo diversi marchi e realta’. Crediamo di avere esaurito il nostro contributo al consolidamento, e di essere rappresentati nel Paese in misura piu’ che adeguata. Facendo un’altra acquisizione avremmo problemi di antitrust e ridondanze di personale, mentre invece Intesa Sanpaolo ha nella valorizzazione del capitale umano un punto di forza del piano strategico. Il consolidamento avverra’ comunque: una fusione e’ gia’ in corso, altre verranno con mezzi e managerialita’ nuove dando vita a operatori piu’ competitivi e senza sconquassi. Anche a Siena, dove se la massa di sofferenze sara’ ben gestita emergera’ un deficit di capitale affrontabile. A parte Mps non vedo in Italia situazioni significative di carenza di capitale. Quel che piu’ serve mi pare un argine sulla liquidita’, e mi sembra che con le misure della Bce e lo scudo di garanzie statali da 150 miliardi i risparmiatori possano stare tranquilli”. “Come principio non ho nulla in contrario all’intervento dello Stato – spiega ancora Pietro Gros in merito a Mps -, ma a fronte di un rilancio industriale effettivo della banca, cui concorrano azionisti e management. Come per esempio facemmo ristrutturando Finmeccanica nella liquidazione dell’Iri”.