Piano industriale di Mps: presto il confronto con l’Europa
La prossima settimana cominceranno i confronti sul progetto di ristrutturazione di Mps, a cui stanno lavorando i vertici della banca. Da una parte ci saranno l’istituto senese e il ministero dell’Economia e dall’altra la Bce e la Commissione europea. L’agenda e’ emersa durante un incontro fra l’ad di Rocca Salimbeni, Marco Morelli, e i sindacati, che hanno chiesto il mantenimento dei “livelli occupazionali e retributivi dei lavoratori”. L’altro appuntamento in programma e’ il cda di Mps, che si riunira’ il 19 a Siena per un’informativa sul nuovo piano industriale e per varare la prima tranche di obbligazioni garantite dallo Stato. Prima del via libera del board senese – per un ammontare di bond fra 1,5 e 2 miliardi – dovra’ pero’ arrivare quello al decreto. La firma del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e’ attesa a giorni.
Mercoledi’ ci sara’ invece l’audizione dei vertici di Rocca Salimbeni in commissione Finanze del Senato, per il ‘salva-risparmio’. Per quel che riguarda il nuovo piano industriale della banca, “la base di partenza della discussione – hanno spiegato i sindacati dopo l’incontro con Morelli – sara’ costituita da quello 2016-2019 presentato lo scorso 25 ottobre”. La nuova operazione, pero’, dovra’ tener conto di tutto cio’ che e’ accaduto dopo: il fallimento dell’aumento di capitale sul mercato, l’intervento dello Stato che diventera’ socio al 70%, la richiesta della Bce di far salire la ricapitalizzazione da 5 a 8,8 miliardi, la necessita’ di riscrivere l’operazione di smaltimento dei crediti deteriorati. Riguardo quest’ultimo capitolo, nei giorni scorsi Morelli ha indicato varie strade: svalutazione, mantenimento in portafoglio, cessione, separazione attraverso un veicolo, come una bad bank, che pero’ potrebbe far storcere il naso alle autorita’ europee. Non e’ escluso che, alla fine, la soluzione sia una combinazione delle varie opzioni. Che in banca il clima stia cambiando lo dimostrano anche i piccoli segnali: Mps fara’ il ‘recall’ dei clienti che hanno trasferito altrove i loro conti, per sapere quanti sono disponibili a rientrare quando l’intervento dello Stato sara’ completato, “auspicabilmente entro la fine di febbraio”, scrivono i sindacati.
A far cassa potrebbe contribuire anche l’esito del procedimento sul fallimento della ex Ccf. Nel processo in corso a Firenze, Mps ha chiesto un risarcimento di oltre 48 milioni di euro. L’istituto senese si occupo’ della ristrutturazione del debito dell’ex gruppo Btp, coinvolto nel processo. A Milano, invece, la procura generale ha disposto nuovi accertamenti su Mps, per un’inchiesta che coinvolge anche l’ex ad e l’ex presidente di Rocca Salimbeni, Fabrizio Viola e Alessandro Profumo. L’intervento del pg arriva dopo la richiesta di archiviazione della procura. E mentre Adusbef e Federconsumatori calcolano che Mps “dopo aver bruciato 32,2 miliardi nel decennio, ha bisogno di ulteriori 9 miliardi di fondi per non fallire”, sulla scena politica prosegue la polemica sui crediti deteriorati. Maurizio Gasparri (FI) ha detto che per il voto sul salva-risparmio “condizione preliminare e’ che alcuni dei grandi debitori” di Mps “restituiscano i soldi”. E il blog di Grillo ha ribadito la richiesta: “Pubblicare la lista dei grandi debitori”.