Mps, la tutela del risparmio prima di tutto
Per Banca Monte dei Paschi “il punto di partenza è tutelare il risparmio; la soluzione tecnica si deciderà nelle prossime ore”, ha affermato il sottosegretario al ministero dell’Economia, Pier Paolo Baretta, nel corso di un’intervista. Ma poi ha corretto il tiro: “nessun intervento è previsto nelle prossime ore”. In ogni caso “qualsiasi decisione la prenderemo d’intesa con la Commissione europea, con l’Europa. Ci muoviamo in un quadro condiviso”, ha aggiunto. Mps, ha poi assicurato Baretta, “ha un solido patrimonio” e quindi “la scelta da fare nelle prossime ore deve tenere conto non solo dei problemi ma anche delle condizioni specifiche” dell’istituto, ha concluso.
Anche per Roberto Nicastro, presidente delle Good Banks, Rocca Salimbeni “ha una posizione patrimoniale significativa, non diamo messaggi sbagliati: la capitalizzazione non c’entra”.
Non è ancora chiaro lo scudo che sta preparando il governo per la banca senese. Sul tappeto ci sono varie ipotesi e su alcune di queste pesa l’incertezza relativa al giudizio della Commissione Ue. L’unica certezza è che il punto di partenza per risolvere i problemi di Mps è legato allo smaltimento dei 47 miliardi di euro di sofferenze su cui è intervenuta pesantemente nei giorni scorsi la Bce.
Proprio sull’alleggerimento del fardello dei non performing loan, ruotano le ipotesi al vaglio del Ministero dell’Economia, Bankitalia, Cdp e Atlante.
Alcune fonti di stampa parlano di un aumento di capitale preventivo per Mps di 2-3 miliardi di euro con garanzie pubbliche, fino a 4 miliardi di euro, secondo MF-Milano Finanza. Mentre, secondo altre fonti di stampa, il governo sta lavorando a un piano in due o più fasi, che potrebbe essere annunciato presto: l’idea è quella di alleggerire una parte dei 47 miliardi di euro di Npe di Mps , trasferendoli in un nuovo fondo simile ad Atlante (“Giasone”) capitalizzato con 5-6 miliardi di euro; poi ricapitalizzare il Monte tramite obbligazioni convertibili garantite dallo Stato. Invece sarebbe ormai esclusa l’ipotesi dell’emissione di Padoan-Bond, simili ai precedenti Tremonti-Bond e Monti-Bond.
Interviene sull’argomento anche il presidente Enrico Rossi.
“Perché non aprire un’inchiesta per sapere chi è che ha fatto circolare quella lettera, e perché proprio ora dall’Europa viene questa lettera spedita?”. Lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, a proposito del sollecito scritto inviato dalla Bce a Banca Mps sulla questione dei crediti deteriorati dell’istituto. “Sarebbe come chiedere ad un cavallo che è già tramortito – ha aggiunto, a margine della firma di un accordo col Ministero dell’Ambiente – di fare un’altra corsa. Vuol dire che qualcuno decide di ammazzare quel cavallo e soprattutto qualcuno decide di rimpinguare le tasche di chi guadagna senza fare nulla, cioè della speculazione”.