Il terzo collocamento di azioni del Monte dei Paschi di Siena da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze apre la strada alla nascita del terzo polo bancario.
Alla vendita del 15% del capitale azionario di Rocca Salimbeni hanno partecipato infatti Banco Bpm e Anima assicurandosi insieme una quota pari al 9% del capitale, a cui si sono aggiunti, con circa il 3,5% a testa, il Gruppo Caltagirone e Delfin, holding della famiglia Del Vecchio, investendo entrambe circa 500 milioni complessivi. E per il Tesoro il bottino è ricco incamerando 1,1 miliardi. Ancor più ricco è il saldo dei tre collocamenti effettuati che sale a 2,7 miliardi. Il Governo resterà di fatto ancora il primo socio con l’11,7% rispettando l’impegno preso con l’Ue di scendere al di sotto del 20% della banca entro la fine dell’anno. Il primo a brindare all’operazione è stato lo stesso Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che l’ha definita “La realizzazione di un’operazione di politica bancaria e finanziaria italiana volta a rafforzare l’azionariato di un player importante”. E a brindare è stata la Borsa che ha spinto il titolo della banca senese ben oltre ogni più rosea aspettativa. “La prevista cessione di parte delle quote azionarie di Banca Monte dei Paschi da parte del Mef è stata indirizzata, diversamente dalle precedenti tranches, a soggetti ben definiti e non ad investitori diffusi. Questo fa sì che inizi a delinearsi un nucleo ben definito di soci industriali e di capitale, che si affiancheranno al Mef, attualmente ancora primo azionista”. Ha sottolineato la Fisac Cgil indicando come prioritario che “le organizzazioni sindacali aziendali siano coinvolte ed informate sull’evoluzione della situazione”.