Mps-Unicredit, Confronti: "non è un’operazione di mercato"

"Rinegoziare l’accordo con Bruxelles è il primo, determinate passaggio, da affrontare. Rinegoziando i tempi della dismissione delle quote sociali detenute dallo Stato. Ma anche le modalità di fare banca concesse a MPS"

Di Redazione | 4 Agosto 2021 alle 10:29

Mps-Unicredit, Confronti: "non è un’operazione di mercato"
Mps-Unicredit, l’Associazione Confronti: “Non si può trattare l’emergenza della svendita del Monte senza passare da un dato: oggi in Toscana ci sono ventimila posti di lavoro in meno rispetto al periodo pre-Covid e 100mila lavoratori in cassa integrazione. Per ricostruire lavoro, per come è strutturato il tessuto produttivo toscano, ci vuole un credito ‘coraggioso’ che finanzi progetti ed investimenti, dunque occupazione. E quale credito ci potrà essere in Toscana se non sarà più qui il centro decisionale di una grande banca?
Nelle urla, nelle minacce, nelle invocazioni della politica intravediamo un grande rischio: quello di accontentarsi di una mediazione sugli effetti a breve termine del regalo ad Unicredit. Meno esuberi di quelli annunciati, il marchio mantenuto almeno per un po’, una qualche struttura che offra l’illusione di una pseudo-direzione generale a Siena. Un rischio che in realtà è l’auspicio di molti di quelli che ora si affannano in mobilitazioni tardive e scomposte. E che nulla, o veramente poco, hanno fatto nei mesi passati. A Roma, come a Firenze e a Siena”.
 
“Lo diciamo con forza: quella che si sta profilando non è un’operazione di mercato. Perché il mercato, oggi, è falsato dalla Pandemia. Perché non c’è mercato per una banca limitata dall’Europa nei propri margini operativi, impossibilitata a produrre valore, forse anche per incompetenza di chi ultimamente l’ha gestita. Rinegoziare l’accordo con Bruxelles è il primo, determinate passaggio, da affrontare. Rinegoziando i tempi della dismissione delle quote sociali detenute dallo Stato. Ma anche le modalità di fare banca concesse a MPS. Perché quando lo Stato uscirà dal capitale, dovrà aver remunerato il proprio impegno finanziario, secondo quanto previsto dalla direttive UE sui salvataggi bancari. Solo allora si potrà parlare di soluzioni di mercato per la più antica banca del mondo. Che , forse, a quel punto, non sarà più preda. Ma predatore. Questo percorso non è un’ipotesi fra le tante. È l’unica strada che ci è data. Basta, dunque, con ulteriori distrazioni. Si proceda”.


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