“Nel caso probabile in cui la Commissione Ue ponesse un obiettivo più ambizioso” di riduzione dei costi per Mps, “gli esuberi di personale potrebbero essere considerevolmente più elevati” rispetto alle 2.500 unità di esodi volontari stimati dalla banca nel piano industriale. Lo ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco in audizione alle Commissioni Finanze di Camera e Senato.
“L’esito dello stress test conferma l’esigenza di un rafforzamento strutturale di grande portata” per Mps e per “portarla su valori medi delle banche europee” servirebbe “un aumento bene superiore a quello previsto dal piano 2020-2025” da 2,5 miliardi di euro.
Lo ha detto il ministro dell’Economia, Daniele Franco, in audizione davanti alle Commissioni Finanze di Camera e Senato. “Il piano stand alone sarebbe esposto a rischi ed incertezze considerevoli e a seri problemi di competitività”.
Il nuovo piano industriale di Mps “presenta obiettivi non conformi alle richieste della Commissione europea” in particolare la riduzione costi fissata al 51% dei ricavi da Bruxelles, mentre in base al piano si prevede il 74% nel 2021 e ancora il 61% al 2025. Lo ha sottolineato il ministro dell’Economia Daniele Franco riferendo sulla cessione della banca alle commissioni Finanze di Camera e Senato. Franco ha sottolineato che “il nuovo piano è subordinato alla interlocuzione con la Commissione europea”.
“Non vi sono al momento indicazioni che facciano intravedere rischi di smembramento” di Montepaschi con un’aggregazione con Unicredit. Lo ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco in audizione alle Commissioni Finanze di Camera e Senato. “Le attività escluse, ad ora, sono individuate nei crediti deteriorati per circa quattro miliardi al lordo delle rettifiche”, ha detto Franco, oltre al contenzioso giudiziale e stragiudiziale di carattere straordinario in essere, nei contenziosi e rischi legati alle cessioni a terzi dei crediti deteriorati.
“Non vi sono le condizioni per mettere in discussione la cessione” del Montepaschi, ha affermato Franco. “Non si tratterà di una svendita di proprietà statale”.
Gli stress test europei hanno evidenziato per Mps “l’esigenza di un rafforzamento strutturale di elevata portata” con un aumento di capitale ben superiore a quello previsto dal piano industriale”, ha spiegato Franco. “Se la banca restasse soggetto autonomo, sarebbe esposta a rischi e incertezze considerevoli e avrebbe seri problemi” – ha aggiunto Franco – e “non si ravvisano le condizioni per una interlocuzione” con l’Unione europea per cambiare le condizioni che prevedono la dismissione da parte del Mef.
“Non ci porremo in nessun modo come ostacolo ad una eventuale operazione di Unicredit nei confronti di Mps”. Lo ha detto il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, rispondendo ad una domanda dei giornalisti che chiedevano la posizione della banca su un ipotetico ricordo all’Antitrust. “Non porterò in nessun modo – ha aggiunto – la banca su una posizione di ostacolo. Lo trovo anche un segno di debolezza”.