Il sindaco di Siena Valentini risponde ad un’interrogazione su Mps
“Dovremmo deciderci su quale deve essere il ruolo dell’Amministrazione comunale e del sindaco rispetto alle vicende di Banca Mps, perché in altre situazioni si è invece contestato il presunto interventismo delle Amministrazioni e mio personale. Ricordiamoci che Banca Mps è la più grande azienda della Toscana, con sede a Siena e speriamo sia per sempre, ed abbiamo il dovere di occuparcene pur rispettando la sua autonomia, a differenza di quanto avvenuto in passato”. Lo ha detto il sindaco di Siena, Bruno Valentini, rispondendo in consiglio comunale a una richiesta di un gruppo di consiglieri di farsi promotore dell’istanza di rendere pubblico l’elenco dei soggetti non solventi che, dal 2001, hanno ricevuto prestiti da Banca Mps senza poi restituirli, e i nomi di chi ha autorizzato l’erogazione di crediti.
“Per esempio, non è il massimo – ha continuato Valentini – leggere nell’interrogazione che la liquidità di Banca Mps è agli sgoccioli: il dato fra l’altro non è vero perché le linee di liquidità messe a disposizione di Mps e del sistema bancario nel suo complesso sono ampie e rassicuranti”. Secondo il sindaco di Siena, “la prima cosa che tutti insieme dovremmo fare è invitare i risparmiatori, che per paura hanno spostato i propri depositi dalla Banca, a riportarceli, perché non ci sono rischi di liquidità e tanto meno di solidità patrimoniale grazie all’intervento prospettato dal Governo”. Quanto alla possibilità di elencare i nominativi dei debitori insolventi, Valentini condivide “tale richiesta ma l’attuale normativa sugli obblighi di riservatezza, al momento”, non lo consente ed è quindi auspicabile che chi lo chiede si attivi per ottenere una nuova legge ad hoc.
“Pur non disponendo di dati precisi – ha continuato Bruno Valentini – immagino che la grande maggioranza dei 100 principali debitori di Mps siano condivisi con le altre grandi banche italiane, perché la maggior parte dei prestiti concessi alle grandi imprese sono generalmente finanziamenti in pool, ovvero condivisi tra più istituti in base al principio di frazionamento del rischio. Tra questi, non sarei sorpreso di trovare anche molte imprese toscane, soggetti che la Banca ha sempre sostenuto”. Il sindaco di Siena ha poi affermato che i principali motivi di criticità evidenziati dallo stress test effettuato dalla Bce riguardavano il credito alle cosiddette parti correlate, il contenzioso ereditato da Antonveneta ed il fatto che nel cuore della grande crisi economica, l’Istituto abbia aumentato i propri impieghi aprendo ancor di più il rubinetto delle erogazioni di credito, a differenza del resto del sistema bancario. Quando ci si scandalizza perchè il 70% dei cattivi crediti di Mps sono stati concessi a grandi aziende, è bene sapere che lo stesso dato delle altre grandi banche raggiunge l’80%. Quindi, gli impieghi di Banca Mps – ha osservato Valentini – sono sempre stati generosi verso le piccole e medie imprese. Nell’elenco dei soggetti che non riescono a restituire i prestiti figurano sia molte piccole imprese sia numerose famiglie, ma certamente quando si impegnano miliardi di euro di risorse pubbliche per salvare Mps, concordo sul diritto ad avere chiarezza sulle esposizioni principali ed a cercarne con ogni mezzo il rimborso”. “Si dice che Banca Mps è tornata pubblica – ha concluso il sindaco di Siena – ma non è ancora così, poiché vi è ancora un percorso complesso che ha bisogno di una fase d’interlocuzione tra l’istituto, che deve rivedere il piano industriale, il Governo e la Banca d’Italia, per negoziarlo con la Bce. Il servizio migliore che possiamo fare alla nostra grande azienda senese, in questo momento, è di starle vicino cercando di fare in modo che questo passaggio, che dovrebbe essere temporaneo in mani pubbliche, serva per moralizzare l’istituto, facendolo tornare ai fasti e alla fiducia di cui ha goduto per tanti anni. Qualsiasi altra banca, con una campagna mediatica così avversa, non si sarebbe salvata dopo un’ondata di così forte e così prolungata: ma Mps ha la forza per superare questo momento delicato grazie ai suoi straordinari 25mila dipendenti e al suo legame con la storia e la città”.