Giovedì si dovrebbe tenere l’assemblea degli azionisti a Siena
Salvo sorprese dell’ultima ora Mps riuscira’ a riunire regolarmente l’assemblea che giovedi’ dovra’ deliberare sull’aumento da 5 miliardi. Il quorum costitutivo, pari al 20% del capitale, viene considerato ormai acquisito da fonti vicine all’operazione. Decisivo l’apporto dei fondi esteri, che seguono con attenzione la vicenda e che hanno fatto confluire le loro deleghe verso l’avvocato Dario Trevisan, storico rappresentante degli investitori istituzionali nelle assemblee delle societa’ quotate.
n ruolo rilevante nel raggiungimento del quorum e’ stato svolto anche da Morrow Sodali, societa’ di consulenza in materia di corporate governance e di raccolta deleghe, chiamata da Mps a mappare il frammentato azionariato dell’istituto senese e ad andare a caccia di voti per l’assemblea del 24 novembre. I voti raccolti dallo studio Trevisan e da Morrow Sodali si andranno ad unire all’11-12% del capitale che verra’ portato in assemblea dai soci stabili di Mps: il Tesoro, Axa, Fintech, Falciai e la Fondazione Mps.
Nella prima parte dell’assemblea, convocata per le ore 9,30 in viale Mazzini a Siena, si dovrebbe procedere con la nomina di Alessandro Falciai, candidato dalla Fondazione Monte dei Paschi, a presidente di Rocca Salimbeni al posto del dimissionario Massimo Tononi.
Il progetto industriale che Marco Morelli sta portando avanti e’ un progetto serio: Morelli e’ la persona giusta, se ci riuscira’, per realizzare questo tipo di progetto”. Lo ha detto Umberto Tombari, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, a proposito dell’operazione di messa in sicurezza di Banca Mps.
Il risultato del referendum costituzionale del 4 dicembre rischia di condizionare l’esito delle ricapitalizzazioni bancarie di Mps e Unicredit. Con possibili ripercussioni anche su altre banche europee. In ogni caso il voto avrà una valenza su tutto il mercato azionario europeo, anche se i prezzi scontano già una vittoria del no. E’ quanto emerge da un focus di Intermonte, a cura di Massimo Saitta, direttore investimenti di Intermonte Advisory e Gestione. Per Saitta il focus è principalmente sull’aumento di capitale di Mps. “Con la situazione sostanzialmente congelata prima del voto sembra essere estremamente complicato trovare un investitore di rilievo che possa fare da cardine all’operazione e la conversione dei bond subordinati in azioni di nuova emissione diventa una scelta che poggia su uno scenario futuro estremamente confuso”. Il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, e’ preoccupato per l’impatto che un esito negativo del referendum potra’ avere sulla situazione di Mps, della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. “Se l’esito del referendum fosse indifferente – ha spiegato a margine di un convegno all’Universita’ Cattolica di Milano – gli stranieri investirebbero tranquillamente su Mps e le due banche venete, invece non investono”. La ragione e’ semplice, “perche’ si dicono: ‘Fermi tutti, aspettiamo dopo il 5 dicembre'”, cioe’ all’indomani dell’esito della consultazione referendaria. “Io ho notizie di contatti, anche recenti, con questi investitori – ha aggiunto – e tutti sono in attesa, dicono che bisogna prendere atto che un esito negativo del referendum potrebbe avere grosse conseguenze sul sistema bancario, economico e sociale”. Guzzetti ha ricordato che “le nostre fondazioni hanno messo 536 milioni in Atlante 1 e Atlante 2”. Tuttavia resta “questo problema della crisi delle banche, grandi, medie e piccole; un esito negativo del referendum avra’ certamente” un impatto, ha aggiunto.