Nannizzi (Confesercenti Siena): "Fase 2, ovvero l'estinzione del commercio"

Durissime valutazioni del Presidente provinciale Nannizzi dopo il Decreto 26 aprile. “Non può esserci salute in un Paese che lascia morire tutte queste imprese. Servono aiuti a fondo perduto e far riaprire chi può adottare le misure di sicurezza”

Di Redazione | 27 Aprile 2020 alle 16:51

Nannizzi (Confesercenti Siena): "Fase 2, ovvero l'estinzione del commercio"

“Non c’è salute nel Paese se il commercio muore. E dopo il Decreto 26 aprile, la paura è che la volontà sia questa”. Così Leonardo Nannizzi, Presidente provinciale di Confesercenti Siena, valuta a caldo le indicazioni sulla fase 2 dell’emergenza Coronavirus. “Allo stato attuale il Decreto annunciato ieri dal Presidente del Consiglio non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, quindi dobbiamo sospendere una valutazione definitiva. Purtroppo però non ci attendiamo positive sorprese, quindi la sensazione è drammatica. Arriviamo da quasi due mesi di interruzione delle attività commerciali, con la gran parte delle misure promesse di sostegno alle imprese ed ai loro dipendenti promesse che non sono state ancora attuate. Dopo tutto questo, l’attesa per un ritorno almeno graduale all’esercizio delle attività viene sonoramente delusa”.

Secondo il Presidente di Confesercenti Siena, non è ancora abbastanza chiaro che “ogni giorno che passa in queste condizioni significa decine di imprese commerciali che si avviano all’estinzione; miriadi di commercianti che sono a incasso zero da settimane, e che come effetto indotto non possono pagare chi ha fornito loro merce impossibile da vendere. Un corto circuito epocale, che è particolarmente tangibile nel territorio di Siena e provincia. Per tamponare questa situazione servono immediati contributi a fondo perduto”.

“Il nostro ruolo non è quello di criticare e basta – aggiunge – Da settimane stiamo proponendo contromisure attuabili per un emergenza che da sanitaria non diventi sociale. E dunque ribattiamo pesantemente su questi tasti, alla luce delle ultime indicazioni: alle attività già autorizzate ad operare, il Governo chiede di adottare le misure di sicurezza. Ma allora: perché non far riaprire anche gli esercizi di altro tipo, finora rimasti chiusi, se dimostrano di essere in condizioni di garantire i protocolli di sicurezza? Molte aziende in questi giorni stavano cercando di attrezzarsi proprio in questa prospettiva. Perché mortificarli nuovamente, ora?”

Confesercenti, che in giornata ha espresso la sua pesante contrarietà con una lettera del Presidented nazionale al Governo, chiede inoltre che non si perda tempo per dare indicazioni organizzative a quelle attività che secondo le intenzioni dell’Esecutivo dovranno aspettare più di tutte a riaprire: “si forniscano quanto prima istruzioni per non perdere altro tempo a pubblici esercizi, mercati, parrucchieri centri estetici – aggiunge Nannizzi – Sul turismo poi, riconoscere verbalmente che sia il settore più colpito senza però fornire indicazioni chiare o strategie di ripartenza della stagione turistica, è disarmante. Anche qui: si dica chiaramente cosa serve a strutture ricettive, agenzie di viaggio, stabilimenti balneari, ristoranti, bar, guide turistiche a altri lavoratori autonomi per poter tornare ad essere operativi in sicurezza”. “Lo dico di nuovo a costo di essere ripetitivo – conclude Leonardo Nannizzi – non può esserci un futuro un salute per un Paese che lascia morire questi settori”.



Articoli correlati