Ci sono i pranzi e le cene a 10 portate oppure c’è un pasto caldo, ci sono le tavolate imbandite a festa o un semplice piatto di carta. C’è Natale e Natale, e alla mensa Caritas il 25 dicembre, e non solo, fa rima con volontariato. Nella volontà di regalare il dono più atteso, un piatto di lasagna o un pezzo di pollo a chi non può permetterselo.
Sono stati oltre 100 i pasti serviti nel pranzo di Natale e altrettanti saranno nel primo pranzo dell’anno. Non c’è giorno di festa per chi, in cucina o al servizio, ha scelto di dedicare il proprio tempo al prossimo. Senza distinzione di razza, religione, lingua o colore della pelle.
“Non si conosce festa, anzi, per le feste il lavoro aumenta – spiega Suor Nevia, responsabile della mensa Caritas -. Nel senso che comunque fa piacere servire. Fa piacere che vengono i poveri qua, loro non avrebbero da mangiare se noi non lo facessimo o se io volessi riposare. Questo è un incentivo per per restare e per far contenti gli altri”.
E fare contenti gli altri è il dono che si vuole ricevere quando ci si mette a disposizione alla mensa Caritas . Un dono che, per la sua grandezza, non può avere carta o fiocchi per impacchettarlo. “I pasti nel giorno di Natale dovrebbero essere stati un’ottantina di quelli venuti qui però dopo ci sono anche le cene che loro chiedono e quindi le mettiamo nelle scatoline con le robe che loro richiedono e quindi sono oltre 100 i pasti. Il giorno di Natale i volontari sono stati davvero tanti, è stata una fortuna, anzi no, è stata la Provvidenza. Avevamo fatto con la cuoca la lasagna alle verdure, adattandoci perché a loro piacciono le verdure e l’hanno veramente gradita. Poi ho comprato i polli e divisi in quattro porzioni. Avevamo addobbato natalizio – conclude Suor Nevia – e va bene così”.