Natale alla mensa dei poveri di Siena, serviti oltre 100 pasti

Suor Nevia: “Qui non si conosce festa, tantissimi i volontari. E’ stata una fortuna, anzi è stata la Provvidenza”

Di Cristian Lamorte | 27 Dicembre 2024 alle 18:00

Ci sono i pranzi e le cene a 10 portate oppure c’è un pasto caldo, ci sono le tavolate imbandite a festa o un semplice piatto di carta. C’è Natale e Natale, e alla mensa Caritas il 25 dicembre, e non solo, fa rima con volontariato. Nella volontà di regalare il dono più atteso, un piatto di lasagna o un pezzo di pollo a chi non può permetterselo.

Sono stati oltre 100 i pasti serviti nel pranzo di Natale e altrettanti saranno nel primo pranzo dell’anno. Non c’è giorno di festa per chi, in cucina o al servizio, ha scelto di dedicare il proprio tempo al prossimo. Senza distinzione di razza, religione, lingua o colore della pelle.

“Non si conosce festa, anzi, per le feste il lavoro aumenta – spiega Suor Nevia, responsabile della mensa Caritas -. Nel senso che comunque fa piacere servire. Fa piacere che vengono i poveri qua, loro non avrebbero da mangiare se noi non lo facessimo o se io volessi riposare. Questo è un incentivo per per restare e per far contenti gli altri”.

E fare contenti gli altri è il dono che si vuole ricevere quando ci si mette a disposizione alla mensa Caritas . Un dono che, per la sua grandezza, non può avere carta o fiocchi per impacchettarlo. “I pasti nel giorno di Natale dovrebbero essere stati un’ottantina di quelli venuti qui però dopo ci sono anche le cene che loro chiedono e quindi le mettiamo nelle scatoline con le robe che loro richiedono e quindi sono oltre 100 i pasti. Il giorno di Natale i volontari sono stati davvero tanti, è stata una fortuna, anzi no, è stata la Provvidenza. Avevamo fatto con la cuoca la lasagna alle verdure, adattandoci perché a loro piacciono le verdure e l’hanno veramente gradita. Poi ho comprato i polli e divisi in quattro porzioni. Avevamo addobbato natalizio – conclude Suor Nevia – e va bene così”.

Cristian Lamorte

Giornalista dal 2006 ama il suo mestiere perché gli consente di alzarsi ogni mattina senza sapere cosa farà del resto del giorno. Ama le storie, quelle da leggere e quelle da raccontare. Detesta chi guarda invece che osservare, predilige un ricco silenzio ad un povero sproloquio. Nel tempo libero si dedica ai libri e al cammino, in un costante passo dopo passo lungo la linea sottile tra ragione e follia. La stessa linea che lo spinge a ricercare ogni giorno, dopo essersi svegliato, una nuova pagina da scrivere.



Articoli correlati