“Non fui gentile, fui Gentileschi”, Debora Caprioglio al Teatro dei Rozzi di Siena

In programma al teatro dei Rozzi martedì 10 e mercoledì 11 dicembre per il "Sipario Blu" della stagione teatrale dei Teatri di Siena

Di Redazione | 9 Dicembre 2024 alle 11:32

“Non fui gentile, fui Gentileschi”, Debora Caprioglio al Teatro dei Rozzi di Siena

Debora Caprioglio in monologo al Teatro dei Rozzi. E’ l’attrice di Mestre a interpretare, infatti, “Non fui gentile, fui Gentileschi”, il monologo originale sulla vita di Artemisia Gentileschi, in programma al teatro dei Rozzi domani, martedì 10 e mercoledì 11 dicembre per il “Sipario Blu” della stagione teatrale dei Teatri di Siena, per la direzione artistica di Vincenzo Bocciarelli. L’inizio degli spettacoli è fissato alle ore 21.

Siamo nello studio di pittura di Artemisia, e lei è intenta a fare quello che di più ha amato fare nella vita, dipingere. Ci parla e ci racconta di sé, della sua vita a partire dall’infanzia. La perdita della madre, la vita di una bambina in una Roma del seicento. Artemisia capisce da subito quanto è difficile vivere in un mondo di uomini. Eppure in un mondo di uomini il padre, Orazio Gentileschi, la avvia subito ad un mestiere in cui le donne non erano nemmeno contemplate, la pittura. Lei si distingue rispetto ai fratelli ed ha una passione che la tiene ore ed ore a disegnare un viso fino a quando non ne coglie la somiglianza. Grazie al padre conosce i più grandi pittori, addirittura Caravaggio. Ed il padre la affida ad un suo amico perché impari e migliori nell’arte della pittura, Agostino Tassi. Ma il Tassi un giorno abusa di lei. Questo trauma e il processo che ne è derivato, voluto dal padre, segnano tanto profondamente la vita artistica di Artemisia. Tutto quello che ne consegue e tutto quello che lei ha compiuto per affrancarsi e affermarsi in un mondo dominato ferocemente da uomini, la rendono una figura di riferimento per la lotta dei diritti delle donne. La pittura di Artemisia è potentemente drammatica, lo stile è quello caravaggesco, con forti chiaroscuri, con il raggio di luce rivelatore, che nel caso della Gentileschi non rappresenta la grazia di Dio, ma la giustizia divina, che si abbatte su Oloferne per mano di Giuditta o che condanna i vecchioni pronti ad importunare la povera Susanna. Lei con passione ci racconta tutto, ci mostra le sue tele, ce ne spiega la ragione, le circostanze da cui sono nate. Ci racconta i suoi trionfi, le sue sconfitte e sempre e sempre la lotta contro un sistema che la vorrebbe a casa ai fornelli, ad accudire la figlia. Ma lei è la Pittura, come ci dice nell’allegoria che fa di un suo autoritratto, non può fare altro che dipingere. Ci racconterà tutto, scenderà nell’abisso della violenza subita, salirà nel paradiso dell’Arte. E noi assistiamo alla meraviglia di una grandissima pittrice che risplende della sua vittoria su un mondo governato da uomini.

“Non fui gentile, fui Gentileschi”, la vita di Artemisia Gentileschi narrata da sé medesima, è un monologo originale di Roberto D’Alessandro e Federico Valdi, per la regia di Roberto D’Alessandro, scene e costumi di Roda, produzione Quadrifoglio srl in collaborazione con GoodMood.

“Una pièce – sottolinea il regista Roberto D’Alessandro – che racconta i trionfi, le sconfitte e la lotta dell’artista contro un sistema che la vorrebbe a casa ai fornelli, ad accudire la figlia, e che narra la sua ribellione al sistema attraverso la pittura, andando oltre ogni abisso di violenza subita per salire nel paradiso dell’Arte. Una risposta che risplende della vittoria femminile in un mondo governato da uomini”.

Tutte le informazioni sul sito dei Teatri di Siena www.teatridisiena.it .



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