#NonCiFermaNessuno si chiama così il tour motivazionale nelle Università del giornalista e inviato di Striscia la Notizia Luca Abete. Un progetto di comunicazione a contatto con gli studenti universitari che ha fatto tappa a Siena il cui obiettivo è intrecciare ascolto e condivisione di esperienze reciproche per superare quelle distanze e quel senso di solitudine che, nonostante l’accessibilità ai social network o alla rete, si sono inevitabilmente create.
Un’iniziativa che ha ricevuto anche la medaglia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Non ci ferma nessuno è proprio il motto che mi accompagna da sempre – spiega Luca Abete -. Cerchiamo di creare dei punti di incontro tra ragazzi in cui non ci permettiamo assolutamente di dare lezioni di vita o di indicare quella o quell’altra strada. Questo è un viaggio nel mondo giovanile e cerchiamo di porre ispirazioni, che molto spesso nascono dai ragazzi stessi. Quindi tante storie che si confrontano, storie che si avvicinano, paura che scompare e ‘Non ci ferma nessuno’ diventa il motto di tanti ragazzi che partecipano a questi incontri”.
Un tour che si propone come un’opportunità per confrontarsi su temi attuali, quali solitudine, paure, sensazione di inadeguatezza e difficoltà nel corso dell’università. Un esperimento di rotazione della prospettiva che ridefinisce la solitudine come l’assenza di connessioni significative piuttosto che da quella di persone intorno a sé.
“Per assurdo siamo iper connessi, ma forse abbiamo dimenticato che lo strumento non deve sostituire la connessione vera – prosegue il giornalista e divulgatore motivazionale -. Restituire il giusto ruolo ai social, agli strumenti di comunicazione, potrebbe significare amplificare le connessioni vere. Credo che demonizzare i social o gli strumenti tecnologici sia sbagliato. Io credo che dobbiamo essere tutti più consapevoli di quanto sia importante riscoprire consapevolezze del nostro valore e magari cominciare a parlare di quello che siamo, di quello che abbiamo dentro, che forse, quando ci avviciniamo, scopriamo che siamo tutti più simili e che questa similitudine ci può portare a condividere qualcosa in più”.
Il claim del tour è “Nessunə è Solə”, una scelta linguistica precisa quella dell’utilizzo del simbolo schwa che punta ad una inclusione totale e generale, rivolgendo lo sguardo e l’attenzione verso tutti, senza alcuna distinzione, ma esattamente come fratelli con tutte le sfumature di unicità che ci contraddistinguono.
“Io sono contento di vivere questo viaggio tra i ragazzi, un viaggio inclusivo dove io sono il primo che si arricchisce e dico grazie a tutti i ragazzi che incontro, perché è questo quello di cui abbiamo bisogno: sentirci non diversi, ma sentirci tutti quanti figli comunque di una paura che assume varie forme, di quel coraggio che a volte manca ma che poi può arrivare all’improvviso – conclude Abete -. Siamo tutti gemelli, fratelli e magari tutti sorridenti quando c’è da sorridere, tutti un po’ tristi quando magari le cose non vanno come vorremmo. Però la consapevolezza che non siamo soli è un punto di partenza per essere più forti”.