“Si è sfatato il mito che a Siena non possono accadere alluvioni o nubifragi violenti”. Così risponde Ezio Sabatini, referente provinciale del volontariato della Protezione Civile alla richiesta dell’assessore Barbara Magi di dedicare maggiore attenzione e tempo, oltre che alle simulazione di eventi sismici, alla preparazione del territorio ad eventuali alluvioni. “Quel luogo comune che a Siena non succede mai niente non è più verificato – spiega Sabatini durante Il punto (trasmissione in onda su Siena Tv dal lunedi al venerdi alle 19.30 e 21.00) – , come cittadinanza dobbiamo dimostrare di essere più resilienti che non in passato. Le sfide che ci aspettano saranno sempre più complesse, e questo è dovuto al cambiamento climatico”. Alcune zone hanno fatto registrare circa 120 millimetri di pioggia in sole due ore: un dato simile non fu registrato neppure nel lontano 1966, quando caddero quasi 300 millimetri, ma in 36-48 ore. “Se andiamo indietro nel tempo, in ordine cronologico un quantitativo così elevato d’acqua nelle 24 ore è dal 1966 – afferma Damiano Sonnini, Meteo Siena 24-, se guardiamo invece le 48 ore nel 2001 abbiamo avuto un evento simile sulla città con 186 millimetri di pioggia sulla città. Quindi Siena non è nuova a questi eventi, ma a differenza dei territori limitrofi non è abituata a fare i conti con tali perturbazioni e conseguenze”.
Per questo secondo Sabatini serve da parte di tutta la cittadinanza prestare maggiore attenzione all’allerta meteo. Quattro sono i colori: verde, giallo, arancione e rosso. Il verde indica “assenza di fenomeni significativi prevedibili anche se non è possibile escluderli a livello locale”, il giallo prevede invece che vi possano essere “fenomeni localizzati” come caduta massi, frane superficiali, colate di fango e esondazione improvvisa dei corsi d’acqua. Già con l’allerta gialla si registra un “occasionale pericolo per la sicurezza delle persone con possibile perdita di vite umane per cause accidentali”. L’allerta arancione prevede invece “fenomeni diffusi” con danni ad edifici, centri abitati, attività produttivi, argini e ponti, inondazione delle aree golenali. L’ultimo scenario di allarme, quello rosso, indica “fenomeni numerosi e/o estesi” con “grave pericolo per la sicurezza delle persone con possibili perdite di vite umane”.