Il convegno dal titolo “Fse2.0 – Il nuovo Fascicolo sanitario elettronico” che si è svolto questa mattina all’Università di Siena, ha visto in prima fila il Comune di Siena in collaborazione con l’Azienda ospedaliera universitaria senese. L’evento, voluto dall’assessore Giuseppe Giordano, ha visto la partecipazione dei massimi esperti regionali e nazionali nel campo della sanità digitale ed ha rappresentato un’importante occasione per riflettere sullo stato attuale del Fascicolo sanitario elettronico, sulle prospettive di sviluppo di questo strumento strategico per migliorare la vita di pazienti e operatori sanitari e su come possa essere utilizzato efficacemente per migliorare la gestione delle informazioni sanitarie e favorire un coinvolgimento più attivo e consapevole da parte dei pazienti nel proprio percorso di cura.
Hanno preso parte all’iniziativa Antonio Barretta, il direttore generale; Andrea Belardinelli, responsabile del settore Sanità Digitale e Innovazione della Regione Toscana; Paolo Colli Franzone, presidente dell’Istituto per il management dell’innovazione in sanità; Patrizia Petrocelli, medico di medicina generale; Sergio Pillon, vicepresidente di Aisdet (Associazione italiana sanità digitale e telemedicina); Giovanni Bova, responsabile del pronto soccorso dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese; Mauro Moruzzi, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento per la trasformazione digitale, e Silvia Melchionna, funzionario area direttiva del dipartimento Sanità e Ricerca del Garante per la protezione dei dati personali.
“Con il convegno – ha dichiarato l’assessore alla sanità e allo sviluppo digitale Giuseppe Giordano – abbiamo voluto portare a Siena la discussione sul tema strategico del Fascicolo sanitario elettronico, fondamentale per migliorare l’assistenza sanitaria nel nostro Paese. Tra i vantaggi del Fascicolo sanitario elettronico c’è infatti il miglioramento della trasparenza e dell’accessibilità delle informazioni sanitarie e di conseguenza un più facile ed immediato coordinamento tra i professionisti della sanità, anche al fine di evitare ripetizioni di esami e prestazioni già effettuate e ridurre la burocrazia”.