Nuova carrellata di testimoni nell’ultima udienza in Corte di Assise a Siena per il processo a carico dei due ucraini, un 39enne e la nipote 25enne, accusati dell’omicidio della signora Annamaria Burrini, compiuto il 26 settembre 2022 nella sua casa in largo Sassetta a Siena. I due sono a giudizio per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal nesso teologico (il delitto per conseguire la rapina, l’obiettivo per gli investigatori era trafugare un bottino da 80mila euro nascosto in casa).
Davanti ai giudici della Corte e quelli popolari, sono stati esaminati vari testimoni chiamati in causa dal pm Sara Faina, la quale ha coordinato l’inchiesta sul brutale omicidio tramite soffocamento con un laccio di scarpa dopo un tentativo di narcotizzazione della vittima. Un vicino di casa ha riferito di aver udito passi veloci e rumori provenire dall’abitazione teatro del delitto, mentre due commesse del vicino supermercato hanno raccontato di aver notato i due – che si sarebbero avvicinati all’anziana fingendo interesse per l’acquisto di un fondo – aggirarsi con fare sospetto dentro il negozio.
Sentiti anche i due dipendenti dei compro oro tra Siena e Poggibonsi dove è stata rivenduta la refurtiva sottratta dalla camera da letto della vittima e che hanno riconosciuto gli accusati e i gioielli. In aula ascoltato anche il fratello dell’inquilino della signora (coinvolto in altro procedimento per concorso nella rapina, avrebbe dato la dritta sulla presenza di soldi e gioielli in casa) che confidò al telefono al testimone di come fosse sicuro che dietro il crimine ci fosse la mano dei due ucraini. Una ex inquilina ha infine raccontato di aver dovuto lasciare l’abitazione nell’agosto 2022 perché accusata dalla Burrini – a suo dire ingiustamente – di averle sottratto una grossa somma di denaro.
C.C