Sono stati condannati i due ucraini accusati di aver rapinato e ucciso la signora Annamaria Burrini, 81 anni, il 26 settembre 2022, nella sua abitazione in largo Sassetta a Siena. Ergastolo allo zio 40enne, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, 24 anni alla nipote, per il concorso nell’omicidio.
La decisione della Corte di Assise del Tribunale di Siena, presieduta dal giudice Fabio Frangini, e composta anche dai giudici popolari, è arrivata dopo 7 ore e mezzo di camera di consiglio, dentro la quale i giudici si sono ritirati questa mattina intorno alle 10.30, terminate le contro repliche dei difensori degli imputati.
I due erano accusati rapina e omicidio volontario aggravato da premeditazione e nesso teleologico (l’omicidio per conseguire la rapina). La Corte come detto ha condannato all’ergastolo V.U, di 40 anni, e a 24 anni la nipote, V.M, 26 anni. Esclusa l’aggravante della premeditazione, accolta invece quella del nesso teleologico.
Secondo le accuse i due avevano messo a segno il colpo a danno dell’anziana col chiaro obiettivo di depredare una ingente somma di denaro nascosta nell’abitazione. Dopo un primo fallito tentativo ad agosto, a settembre i due hanno avvicinato la Burrini (che conosceva il 40enne, suo ex inquilino) con la scusa di un finto interesse per l’acquisto di un fondo dell’anziana. Una volta in casa, dopo aver tentato di narcotizzarla con un sonnifero importato dall’Ucraina e versato in un succo di frutto, l’anziana è stata strangolata con un laccio di scarpa e deposta sul letto della sua camera da letto. I due poi hanno poi arraffato soldi e gioielli – successivamente ricettati – non trovando però la busta col “bottino”, dove erano contenuti oltre 50mila euro.
Il cadavere della Burrini è stato scoperto solo alcuni giorni dopo, ma le rapide ed efficaci indagini dei poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Siena (coordinate dalla pm Sara Faina) hanno permesso di individuare i due responsabili, che sono stati arrestati, con la nipote che ha confessato la rapina addossando allo zio l’esecuzione del delitto. Contro di loro in tribunale, nel processo con giudizio immediato iniziato nel luglio 2023, è stata portata una ingente mole probatoria, tra cui alcune intercettazioni e le impronte del 40enne sul collo della vittima. Un crimine però, per la Corte, non premeditato, con le motivazioni attese entro 90 giorni che meglio definiranno le scelte dei giudici. Disposto anche un pagamento provvisionale del danno ai parenti della vittima, costituitisi parti civili, di 40mila euro per due parti e 80mila per una terza.