Una perizia tecnica stabilirà se l’incidente nella cava di travertino in località Bagni Marii a Rapolano Terme, a seguito del quale nel gennaio 2018 morì un operaio bosniaco di 36 anni, fu causato da mancanze in fatto di sicurezza o la tragedia sarebbe stata in ogni caso inevitabile.
L’operaio deceduto si chiamava Elvir Kamberovic, e risiedva insieme alla sua famiglia ad Asciano. Precipitò in un burrone da un’altezza di 11 metri, mentre lavorava al ripristino di una recinzione. Un volo che non gli lasciò alcuno scampo. La morte colpì profondamente la comunità locale, dove l’uomo era ben conosciuto, e agitò le rappresentanze sindacali di categoria, che manifestarono in piazza per chiedere più tutele.
Oggi il giudice Ilaria Cornetti ha conferito l’incarico a un consulente che darà le sue risposte entro tre mesi, permettendo al tribunale di valutare meglio la situazione
A giudizio ci sono 3 persone con l’accusa di omicidio colposo e violazione delle norme di sicurezza. La Procura ha chiesto 2 anni per un geologo che ha chiesto il rito abbreviato. Sotto processo per gli stessi reati contestati ci sono anche altre due persone, il direttore della cava e la titolare dell’azienda.