Ortopedia, nella Asl Tse verso percorsi di cura sempre più omogenei

Ecco le priorità del direttore dipartimentale di Ortopedia e Riabilitazione, Pierfrancesco Perani

Di Redazione | 9 Dicembre 2024 alle 8:00

Ortopedia, nella Asl Tse verso percorsi di cura sempre più omogenei

Procedere sempre più verso un’integrazione e omogeneizzazione dei percorsi di presa in carico a livello aziendale. È la priorità del direttore dipartimentale di Ortopedia e Riabilitazione Pierfrancesco Perani: «Il nostro dipartimento, – spiega, – è organizzato con una Rete robotica, assegnata al dottor Roberto Redi,e di Chirurgia vertebrale di cui si occupa il dottor Pietro Morreale, e due Aree Omogenee, la Sud assegnata al sottoscritto e la Est assegnata al dottor Luigi Ciampalini».

Le Ortopedie afferenti al dipartimento vedono aumentare la loro attrattività per la popolazione, ma anche la qualità delle protesi che facciamo, stiamo parlando di circa 1500 impianti all’anno, a cui occorre aggiungere la risposta inerente la patologia traumatica, artroscopica e di chirurgia ambulatoriale con numeri che si attestano approssimativamente su 5000 casi all’anno.

«Prevediamo, – aggiunge Perani, – di estendere la chirurgia robotica protesica, già in essere ad Arezzo, Valdarno e Grosseto, anche ad alcuni presidi di prossimità, come quello di Nottola, diretto dal dottor Marco Mocchi e di Cortona, quest’ultima con una neonata Uosd assegnata al dottor Marco Zucchini».

«Fra i progetti in campo per il futuro, – continua il direttore dipartimentale, – c’è la volontà di aumentare l’azione di riduzione delle liste d’attesa, lavorare sulla “trasversalità” del personale, come già avviene a Grosseto, dove in Area omogenea sud quindi Grosseto, Orbetello e Massa Marittima, si operiamo con un contingente unico, con questa formula vogliamo riattivare la chirurgia protesica anche ad Orbetello. C’è inoltre un percorso da consolidare con l’Ematologia, per l’iniezione di cellule staminali intra-articolari sia nell’area grossetana, principalmente al Misericordia ed Orbetello, ma partire anche in Valdarno e Poggibonsi, come nel percorso già in essere al presidio ospedaliero di Cortona».

Altro obiettivo del dipartimento è lo sviluppo di “spoke” di chirurgia della mano nella Asl, come previsto dalla delibera regionale, che vede sempre come centro di riferimento la chirurgia della mano di Firenze, diretta dalla dottoressa Sandra Pfanner, ma anche dei centri ove vi sono specialisti formati a rispondere a tale chirurgia in modo efficace.

Il P.O. di Poggibonsi oltre a rispondere alla traumatologia e protesica locale, grazie al lavoro del dottor Gianluca Manetti e della sua equipe, ha in sede il dottor Pietro Morreale che, con esperienza decennale, esegue interventi di chirurgia vertebrale ovvero verteboplastiche e cifoplastiche. Un progetto sul presidio ospedaliero Misericordia di Grosseto è l’inizio della chirurgia vertebrale degenerativa che affiancherebbe il lavoro svolto da anni dai neuroradiologi che eseguono interventi di vertebropalstica e cifoplastica.

Sul fronte dell’Emergenza urgenza, occorre continuare a lavorare per il miglioramento del “Fast track ortopedico” del paziente traumatologico, che grazie alla collaborazione dell’Ortogeriatra, realtà già integrata a Grosseto,i  pazienti fragili vengono subito inquadrati dallo specialista, rispettando il tetto suggerito dalle linee guida delle 48h per l’intervento, previe comorbidità importanti.

«Fondamentale, – spiega il dottor Perani, – l’inclusione dell’Area Dipartimentale, di Medicina Fisica e Riabilitativa, diretta dal dottor Mauro Mancuso, perché ci deve essere integrazione con la riabilitazione che contribuisce a raggiungere buoni risultati dopo ogni intervento chirurgico. Vogliamo consolidare l’azione sinergica con il percorso riabilitativo per l’invio precoce degli utenti a fisioterapisti sempre più formati in patologie specifiche, in modo da aumentare la performance dell’intervento.

«La ‘vision’ è quella di una collaborazione a 360 gradi, sia dipartimentale che interdipartimentale, al fine di rispondere al meglio alle esigenze della popolazione; immagino un dipartimento come un meccanismo ben oleato, – conclude Pierfrancesco Perani, – che permette alle persone di entrare in percorsi delineati e sicuri, dall’ingresso all’intervento, fino alla riabilitazione, oppure con un’interfaccia semplice e di qualità con gli ambulatori dedicati».



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