"Pagine di legalità”, Siena incontra i protagonisti della lotta alle mafie

Primo appuntamento domani al Teatro dei Rozzi

Di Redazione | 25 Ottobre 2023 alle 11:00

"Pagine di legalità”, Siena incontra i protagonisti della lotta alle mafie

“Pagine di legalità” è il nome della rassegna letteraria che si terrà a Siena presso il Teatro dei Rozzi a partire dal prossimo 26 ottobre, avente come oggetto il tema della lotta alle mafie, vista e analizzata da varie prospettive. Cinque gli appuntamenti complessivi da ottobre 2023 a febbraio 2024. I principali protagonisti (magistrati, giornalisti, scrittori) incontreranno la cittadinanza senese presentando i loro libri ma, soprattutto, portando la loro esperienza e testimonianza quale contributo per aiutare a fare chiarezza su tematiche troppo spesso non sufficientemente trattate dalla stessa stampa, o fatte addirittura oggetto di mistificazione. La rassegna nasce da un progetto del Comune di Siena in collaborazione con la sezione senese del Movimento Agende Rosse e con il patrocinio di Avviso Pubblico.

Primo appuntamento domani alle ore 18 presso il teatro dei Rozzi con la presentazione del libro “Il Patto sporco e il Silenzio” scritto da Nino di Matteo (nella foto) attualmente Sostituto Procuratore Antimafia presso la Direzione Nazionale Antimafia a Roma, già Componente togato del Consiglio Superiore della Magistratura, Pubblico Ministero a Caltanissetta e Palermo, titolare del processo sulla cosiddetta “trattativa Stato-mafia”. Coautore del libro è Saverio Lodato, giornalista e saggista, uno dei più autorevoli giornalisti e scrittori di mafia e antimafia, autore di numerosi libri sul tema e di molti articoli su Antimafia Duemila, rivista on line in prima linea con le sue inchieste e i suoi articoli sulla lotta alle mafie e criminalità organizzata. Farà da moderatore dell’incontro Aaron Pettinari, caporedattore di Antimafia Duemila. Interverrà all’evento Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino, ucciso in Via d’Amelio nel 1992 insieme agli uomini della sua scorta. Salvatore Borsellino, fondatore del Movimento Agende Rosse, rappresenta la vera anima e il motore dell’intero Movimento, impegnato a ricercare la verità sui tragici fatti del 1992 e non solo, insieme ai tanti volontari che da tutta Italia ne condividono e sostengono il percorso. “Il Patto sporco e il silenzio”, rappresenta una lettura, attraverso le parole del Giudice Di Matteo, di vicende che hanno scosso l’intero Paese e che sono state oggetto di depistaggi e tentativi di rimuoverli dalla memoria storica delle cronache italiane: l’attentato a Lima, Falcone, Borsellino, l’attentato dei georgofili a Firenze e altri crimini efferati, che hanno sparso sangue in Sicilia e nel resto della penisola.

Secondo appuntamento giovedì 16 novembre alle ore 18 con la presentazione del libro “Luigi Ilardo – Omicidio di Stato” di Anna Vinci, scrittrice, e la presenza di Luana Ilardo, figlia di Luigi Ilardo. Ucciso da “cosa nostra” per commissione delle figure di vertice (tra questi Piddu Madonia, uno dei primi uomini della cupola, uomo di Bernardo Provenzano), Ilardo non è un mafioso qualsiasi: vicecapo mandamento, a un certo punto della sua vita ha poi intrapreso un percorso per certi aspetti unico, che gli consente con buon diritto di essere inserito tra le pagine di legalità che la rassegna vuole sfogliare. L’incontro verrà moderato da Stefano Baudino giornalista e scrittore esperto di mafia e profondo conoscitore della vicenda Ilardo.

Il terzo appuntamento, in data da definirsi, vedrà presente a Siena il dottor Nicola Gratteri, tra i magistrati più esposti nella lotta alla ‘ndrangheta, per molti anni a capo della Procura di Catanzaro e da questo mese nuovo Procuratore della Repubblica di Napoli. Nicola Gratteri sarà presente insieme al professor Antonio Nicaso, giornalista, autore di diversi libri tradotti in varie lingue, tra i massimi esperti di ‘ndrangheta. Verrà presentato “Fuori dai confini”, un libro che consente di cogliere la portata dell’ambito di operatività e azione della ‘ndrangheta calabrese, per la quale una guerra o una pandemia non rappresentano una minaccia o un rallentamento, bensì offrono nuove opportunità di business. Gli autori coniugano le loro rispettive esperienze per sdoganare la ‘ndrangheta da un ambito prettamente locale o addirittura rurale di un tempo, mettendo in evidenza la portata globale dell’associazione a delinquere.

Il quarto appuntamento, giovedì 18 gennaio 2024, colorerà di rosa la rassegna con la presentazione del libro “Donne e Antimafia – dieci coraggiose protagoniste della lotta alla mafia” a cura di Valeria Scafetta e Avviso Pubblico. L’autrice racconta nel libro storie di alcune delle tante donne che, a vario titolo e con vari ruoli, sono impegnate civilmente e professionalmente per prevenire e contrastare i fenomeni mafiosi e corruttivi: Angela Altamura, dirigente della Divisione anticrimine della questura di Roma; la giudice Paola di Nicola o il sostituto procuratore Maria Monteleone, entrambe attive nel contrastare la violenza contro le donne; Romana Roman, la barista che ha denunciato alcuni appartenenti al clan delle periferie romane, o Suor Carolina Iavazzo, la più stretta collaboratrice di Don Puglisi, ora trasferitasi a Bovalino, in Calabria, dove ha fondato il Centro Don Puglisi. L’incontro sarà moderato dal giornalista Roberto Rossi e vedrà presenti sul palco alcune delle principali protagoniste delle storie raccontate da Valeria Scafetta.

L’ultimo appuntamento sarà a febbraio 2024 e vedrà ospite Sigfrido Ranucci, tra i piu noti giornalisti di inchiesta, autore del libro “Il Patto. La trattativa tra Stato e mafia nel racconto inedito di un infiltrato”. Un volume datato, ma di grande attualità, la cui forza sta nel fatto di essere una narrazione di fatti, una storia vera che nasce nel 2008, quando Ranucci incontra il dottor Di Matteo, che gli racconta di avere tra le mani un’inchiesta molto importante che riconduce ancora una volta alla questione del patto intercorso tra alcune parti delle istituzioni statali e cosa nostra.

Quello di Agende rosse è un Movimento che nasce successivamente alla morte del giudice Paolo Borsellino e prende il nome proprio da quella agenda di colore rosso, regalata dall’Arma dei Carabinieri al giudice che, dopo la morte del suo amico nonché collega Giudice Falcone, vi annotava tutti quei dati, notizie e elementi che potevano essere utili per risalire a mandanti e esecutori dell’attentato di Capaci. L’agenda e il suo colore hanno dato il nome al Movimento, fondato da Salvatore Borsellino, e rappresentano il simbolo di una verità da ricercare, affinché sia fatta piena luce sulla strage di via D’Amelio e su quelle zone buie dove, spesso, coprotagonisti sono risultati essere esponenti della mafia e componenti deviate del nostro stesso Stato.



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