“La notte ormai trascorsa ha sancito il fallimento della nostra città. Non so quale Ente o Istituzione ieri sera ha decretato “tolleranza zero”. Le persone che trovavano rifugio durante la notte, in modo improprio, nel garage di San Marco sono state lasciate a dormire fuori. Vogliono metterle in difficoltà ancora più forti di quelle che vivono per spingerli ad andare via e per disincentivare chi pensa di arrivare”.
Comincia così l’intervento della consigliera comunale di Siena Anna Ferretti, che commenta quanto accaduto ieri sera, quando i cittadini pakistani che dormono all’interno del parcheggio Il Duomo sono stati di nuovo sgomberati“.
“Questa terra – prosegue Anna Ferretti – che ha visto nascere agli inizi dell’anno mille l’Ospedale Santa Maria della Scala, rifugio per pellegrini, poveri, malati, minori abbandonati, non trova un luogo o più luoghi per un riparo notturno per 30/40 persone.
La Caritas ne sta accogliendo 35, la società civile nel suo complesso non trova posti, scomodi, sparpagliati, ma con un tetto per farli riparare?
Tutti alzano le mani: non tocca a me!!!!!
Si spende in tante cose stupide e inutili, non si trova una tettoia, una tenda!
Ma il problema di chiusura non è rivolto solo a chi chiede asilo.
Da sempre a Siena e comuni limitrofi mancano case accoglienza per le situazioni difficili: casi sociali cronici, persone senza un tetto e un punto di appoggio familiare e parentale che possa dare loro un sollievo, persone con problematiche comportamentali… Di fronte a questa umanità sofferente ho sentito dire: questo la casa popolare mai, non c’è posto in comunità perché manca un esame, un requisito…, è adulto e in grado di intendere e volere si arrangi!
E le persone affondano sempre di più! La povertà, la miseria umana danno fastidio, intralciano i programmi, non seguono i protocolli standardizzati, disturbano.
La soluzione è cancellarli, fare finta che non esistano, salvo piangere quando si arriva al dramma!
Non so cosa ci insegnerà il “fallimento” di stanotte: nascondere le difficoltà, negarle, non portare soluzioni, anche piccole, brutte, infelici è quanto di peggio la città nel suo insieme poteva fare”.