Siena, ultimatum di 24 ore per lasciare il parcheggio Il Duomo. I pakistani replicano: "Vogliamo solo accoglienza, non disturbiamo"

La testimonianza di un richiedente asilo dopo il blitz della Polizia Municipale

Di Simona Sassetti | 24 Ottobre 2024 alle 13:30

Domani ci sarà uno sgombero definitivo al parcheggio Il Duomo, con divieto di ritorno per tutti quei pakistani che senza un posto sicuro dove dormire, hanno trovato in quel pavimento, tra le auto parcheggiate, un luogo caldo dove passare la notte. Non sarà più così da domani. La polizia municipale questa mattina ha eseguito un nuovo blitz , emettendo delle multe per bivacco. Poi, dopo una serrata trattativa con un gruppo di richiedenti asilo, è stato permesso loro di restare un’ultima notte lì, visto il maltempo in corso. Quello che resta è preoccupazione. “Dove andremo a dormire adesso?” Si chiedono fra loro. Al piano terra non troviamo nessuno, neanche una coperta. Scendendo una rampa di scale la situazione cambia, ed è in corso proprio una riunione fra una decina di loro per capire come fare dal giorno seguente. C’è chi preferisce dormire sopra ai sacchi dove sono inserite le poche coperte rimaste. C’è agitazione e tensione per quello che sarà di loro. “Non abbiamo un posto dove dormire ma noi non vogliamo disturbare nessuno – racconta un giovane pakistano che preferisce non mostrarsi e non rilasciare la propria identità-.  Vogliamo solo accoglienza, non disturbiamo, amiamo l’Italia e sappiamo che è la soluzione migliore per noi. Apprezziamo gli italiani, rispettiamo tutte le regole italiane, ma vogliamo stare qui”. Disturbo. Una parola più volte ripetuta da tutti loro, perchè è quella la motivazione per cui viene chiesto loro di lasciare il parcheggio. Non si tratta di una problematica legata alla sicurezza, come più volte ha ribadito il questore Ugo Angeloni, ma di decoro o bivacco “a tutela della vivibilità urbana del centro urbano”. Molti cittadini senesi lamentano di una situazione allo stremo ogni volta che parcheggiano la propria auto per tornare a casa. Mentre parliamo, al parcheggio arriva un altro ragazzo. Dice che questa mattina è stato portato in ospedale uno di loro, aveva dolori ovunque.

Sperano di trovare un lavoro, ma intanto non possono averlo perchè sono senza permesso di soggiorno, restano dei fantasmi in attesa di determinare il loro status di rifugiato ed entrare nel sistema di accoglienza. I Cas presenti non hanno posti a sufficienza, anche per lasciare spazi liberi per chi arriva dal Mediterraneo. Ma anche chi sbarca attraverso la rotta balcanica scappa da conflitti armati ormai costanti e dall’instabilità economica. Le condizioni di viaggio sono critiche, si prolungano per mesi, assieme agli abusi subiti da trafficanti e agenti di polizia, specialmente al confine bosniaco-croato e in Bulgaria. Per questo le persone arrivano con gravi problemi fisici e psicologici. Durante la mattina a fare visita al parcheggio arriva anche un volontario della Rete Si Solidal, di Refugees Welcome, Giovanni Serni. “Queste persone sono tutte richiedenti asilo in attesa di permesso di soggiorno -spiega – , non possono essere trattati così. Si tratta di una violazione dei loro diritti”. Accoglienza è quello che chiedono, ma il problema è l’attesa per un appuntamento in Questura che decreterà le loro sorti. “In questo limbo burocratico e vista la mancanza di dormitori – aggiunge – sarebbe molto più importante collaborare con il Comune, noi siamo a disposizione per un incontro”.

Simona Sassetti

Nasce a Siena nel 1991, lavora a Siena Tv dal 2016. Ha scritto prima sul Corriere di Siena, poi su La Nazione. Va pazza per i cantanti indie, gli Alt-J, poi Guccini, Battiato, gli hamburger vegani, le verdure in pinzimonio. È allergica ai maschilismi casuali. Le diverte la politica e parlarne. Ama il volley. Nel 2004 ha vinto uno di quei premi giornalistici sezione giovani e nel 2011 ha deciso di diventarlo



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