Palio 2 luglio 2023: svelato il Drappellone realizzato da Roberto Di Jullo

Grande accoglienza ed applausi per il Drappellone

Di Redazione | 26 Giugno 2023 alle 19:05

Un Cortile del Podestà gremito e una grande accoglienza: è stato svelato il Drappellone del Palio del luglio 2023, realizzato dall’artista Roberto Di Jullo, già noto alla città per la sua personale ai Magazzini del Sale e per aver partecipato più volte alle edizioni di Cavalli d’Autore, mostra collettiva al Santa Maria della Scala che riunisce i dipinti e le sculture dei migliori interpreti della figura del cavallo. A presentare il “cencio”, lo storico Duccio Balestracci. Un drappellone con il cavallo assoluto protagonista.

Prima ed emozionante volta nelle vesti di sindaco ad una presentazione del Drappellone, per il neo primo cittadino Nicoletta Fabio. “Nobilità, eleganza e potenza dinamica dei cavalli” sono le prime parole dell’intervento del sindaco, alto e sentito.

Durante la cerimonia spazio all’illustrazione, da parte di Riccardo Manganelli, del Masgalano per le due carriere di questo 2023. Il premio, creato dal laboratorio orafo “Il Galeone” di Giovanna Giudici e Federico Biagi, e offerto  dagli Archivisti delle 17 Consorelle, come da tradizione andrà alla migliore comparsa che si sarà distinta per eleganza, dignità di portamento e coordinazione durante la sfilata in entrambi i cortei storici.

La descrizione dell’opera

Il Drappellone è un elegante quanto delicato dipinto didascalico, capace di generare una narrazione completa e puntuale del Palio nel pieno rispetto della tradizione, in cui non mancano cenni storici della città, ma anche della vita dell’uomo che l’ha dipinto, Di Jullo. Un racconto, una “fotografia” del passato e del presente. In alto, a protezione, il volto di una Madonna bambina con velo avvolto da un’aura di luce oro e una dedica: A te advocata nostra. Accanto una rosa blu i cui petali raccolgono due iniziali, quelle dei nomi della moglie Paola e del figlio Robert. Primo capitolo di questo racconto su tela di seta.

Sotto, quasi in dialogo con la Vergine, in una tensione aspirazionale, un cavaliere che con forza propende il braccio al cielo. Indossa un’armatura segnata dalla lettera F. Un’altra dedica del maestro all’altro figlio Federico, prematuramente scomparso, ed ora protagonista nella storica battaglia di Montaperti che, nel 1260, vide le truppe ghibelline di Siena sconfiggere quelle dei guelfi di Firenze.

Al centro del drappo, il secondo capitolo di grande impatto visivo. Un gruppo di 10 cavalli, elemento stilistico di Di Jullo. Trasmettono forza e impeto. Caratteristiche richieste su un campo di battaglia, che sia Montaperti o l’anello di Piazza del Campo. Ma anche fluidità. L’altra cifra figurativa del pittore molisano. Destrieri e cavalli rappresentati in un momento di guerra dove domina un cromatismo che è un chiaro richiamo ai colori del tufo sul quale, due volte l’anno, i senesi combattono la loro personalissima “guerra” di amore e passione. In mezzo a questo tumulto di muscoli, zoccoli e teste, un altro frammento importante della storia di questo artista che ha visto realizzare il desiderio di dipingere il Palio. Un racconto affidato nuovamente alla simbologia con lo stemma di Pescocostanzo, città in cui lavora, quello di Siena, di cui si è innamorato, della sua regione nativa ed infine della Regione Toscana.

Il confine tra il vibrante campo di battaglia, luogo popolato solamente da uomini e cavalli, e quello figurativo che descrive l’ “attesa”, è tracciato da un canape dipinto con un effetto 3d. Questo terzo capitolo è declinato tutto al femminile. Un vero e proprio tributo alle donne. Corpi rotondi e pieni che rimandano ai Bàrberi, le palline in legno dipinte con i colori delle Contrade con le quali i bambini senesi giocano al Palio.

Fanciulle e mamme con i loro piccoli, avvolte, quasi protette, dalle bandiere che indicano le 10 “consorelle” che si sfideranno in Piazza. L’araldica contradaiola rappresenta il loro nome. E’ dalle espressioni dei loro volti che emerge il pathos dell’attesa, la bramosia della vittoria. Roberto Di Jullo con la sua opera è indubbiamente riuscito a sintetizzare storia e tradizioni senesi, ma con il valore aggiunto di trasmettere intense sensazioni in chi la guarda.



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